Il Pachino ai tempi della blockchain
Prendi una tecnologia innovativa, mettila al servizio della tracciabilità di alimenti che si trovano spesso in tavola o meglio, in altre parole, aiuta il consumatore a scegliere in sicurezza. E racconta il tutto. Con chiarezza ed efficacia. Stiamo parlando di EZ Lab, azienda innovativa con il cuore a Nordest, che utilizza la tecnologia blockchain per tracciare prodotti. Un esempio? L’accordo con il Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino IGP. I produttori del celebre frutto rosso siciliano possono ora utilizzare AgriOpenData, piattaforma digitale proprietaria sviluppata da EZ Lab, per registrare in modo immutabile tutte le informazioni della filiera, a tutela di un’eccellenza del Made in Italy tra le «vittime eccellenti» della contraffazione. Tutti dati che ora diventano a portata di smartphone: il consumatore, visualizzando un QR Code stampato sulla confezione, accede alla «carta d’identità» del prodotto, dal campo dove quei pomodori sono stati raccolti allo stabilimento in cui sono stati confezionati, risalendo l’intera catena della distribuzione.
Innovazione in vetrina, che fa parlare di sé. Sulla stampa, in tv e sui social. Lo dimostra, ad esempio, la campagna di equity crowdfunding lanciata da EZ Lab sulla piattaforma Mamacrowd per rafforzarsi e crescere ancora in vista di nuovi obiettivi. La campagna ha raccolto, nella prima settimana, più di 100mila euro, ovvero oltre la metà della cifra minima prefissata, 200mila euro. E la scadenza, il 20 aprile, appare una data così dolcemente lontana. Risorse che saranno investite in due direzioni: da un lato verso il consolidamento dell’ottimo posizionamento già raggiunto in ambito agrifood, dall’altro per l’avvio di joint venture e partnership con aziende di nuovi settori come energia, supply-chain, logistica, legaltech, Insurtech, smart cities, manifatturiero, arte e anticontraffazione.
Oggi EZ Lab, che ha realizzato 40 progetti di tracciabilità con la blockchain su filiere come vino, birra, formaggio Asiago, riso, soia e zucca, è tra i leader di mercato in termini di fatturato in Italia e in Europa, ed è l’unica azienda italiana ad aver raggiunto il break-even con soli progetti blockchain nel settore food. Il fatturato, pari a 250 mila euro nel 2018, deriva infatti al 100% da progetti blockchain e si prevede una sua crescita esponenziale nei prossimi 5 anni, raggiungendo il 7 milioni di euro nel 2025. Le prospettive di crescita del settore sono molto promettenti: il World Economic Forum ha stimato che entro il 2025 il 10% del Pil mondiale sarà prodotto da attività e servizi che saranno erogati e distribuiti attraverso le tecnologie blockchain; il Fondo Italiano Innovazione, con una dotazione di 1 miliardo di euro, vede questa tecnologia tra le sue priorità; il Fondo dell’Unione Europea per la blockchain e l’intelligenza artificiale prevede una dotazione di 2 miliardi di euro nei prossimi tre anni solo per investimenti equity.
La blockchain – letteralmente «catena di blocchi» – è un grande registro digitale, una banca dati condivisa a cui si possono aggiungere dati e a cui tutti possono accedere, ma che non è modificabile e la cui sicurezza è garantita da crittografia. Grazie ad essa, nel settore agrifood, è possibile effettuare operazioni sicure e automatiche lungo l’intera filiera produttiva, permettendo di aumentare la produzione di qualità, migliorando la sostenibilità ambientale e garantendo trasparenza e sicurezza al consumatore finale.