Le nostre parole per il 2026
Ci congediamo dal 2025 e accogliamo l’anno nuovo con un puzzle di parole e di canzoni (qui la playlist da ascoltare) scelte dalle persone che fanno parte di Blum. Ciascuna propone una suggestione, un punto di vista, un auspicio o uno spunto di analisi sulla realtà. Il nostro modo per farvi compagnia e augurarvi buone feste.
Autenticità
Essere fedeli a sé stessi in un mondo complesso, accettando vulnerabilità e imperfezioni, senza nascondersi dietro maschere o cercare solo approvazione, ma agendo in coerenza con i propri valori profondi, anche quando è difficile. Si tratta di reale connessione con il proprio sé interiore, scegliendo di essere “veri” anche se non sempre è comodo, differenziandosi dalle aspettative sociali.
Da ascoltare: Keala Settle, This is me
Erika Zaniolo
Autonomia
Alessandro Di Stefano
Begegnung
La parola tedesca per “incontro”. Come Key Account Manager in Alto Adige, il mio obiettivo è creare incontri significativi con le persone giuste e accompagnarle nel mondo Blum.
Christian Weithaler
Bolla
Ci sarà o non ci sarà? E se ci sarà, questo scoppio, sarà veramente stata la più grande bolla del capitalismo, questa dell’AI? Sarà un evento distruttivo che lascerà dietro di sé infrastrutture e nuovi giganti o solo un semplice misunderstanding sulla tecnologia che stiamo maneggiando? Comunque vada: It’s the end of the world as we know it (and I feel fine).
Luca Barbieri
Comprendere
Iniziare da sé stessi per arrivare agli altri.
Da ascoltare: Damiano David, Solitude (No One Understands Me)
Anna Cominato
Connessione
Nessuna competenza basta a sé stessa. Solo connettendo in modo autentico idee, persone e tecnologie potremo generare innovazione reale e valore generativo.
Da ascoltare: Scott McKenzie, San Francisco
Silvia Pagliuca
Coscienza
I fatti di cronaca, quest’anno, ci hanno messo davanti a domande scomode sulla nostra morale. E mentre proviamo a capire cosa sia giusto o sbagliato, arriva la tecnologia che, paradossalmente, ci costringe a interrogarci ancora di più su cosa significhi essere umani e su quel misterioso dato biologico che chiamiamo coscienza.
Francesco Zen
Crescita
Crescere significa abbracciare le sfide, imparare dagli errori e avere il coraggio di lasciar andare ciò che ci trattiene. Ogni passo, ogni caduta, ogni conquista ci trasforma, rendendoci più forti, consapevoli e autentici. Nel nuovo anno, scegliamo di continuare a crescere con energia e leggerezza.
Da ascoltare: Taylor Swift, Shake It Off
Camilla Barbiero
Crossover
L’incontro tra mondi diversi che mantengono la loro identità ma creano una storia nuova e più potente insieme. Perdi un po’ di tempo su floor796.com, mondi diversi (forse un pelo nerd) che convivono in una nuova armonia in perfetta pixel art.
Nicola Maioli
Design etico
In un anno in cui l’AI generativa creerà contenuti e prodotti a velocità inaudita, l’etica non può essere un optional, ma l’impalcatura fondamentale di ogni innovazione. Il Design Etico si oppone a pratiche manipolative (Dark Patterns) e alla creazione di dipendenza, garantendo che ogni prodotto o servizio sia trasparente e progettato per elevare, non per intrappolare, l’utente e la società nel suo complesso. Promuovendo un futuro in cui il successo non è misurato solo dall’efficacia o dal click, ma dalla qualità umana del suo impatto.
Da ascoltare: Radiohead, Fitter Happier
Andrea Fasulo
Educazione
Educazione non come semplice accumulo di sapere, ma come atto radicale di auto-creazione. È la capacità di vedere oltre i confini del mondo ereditato per accogliere nuove prospettive, riscrivere la propria storia e scegliere consapevolmente, ogni giorno, la libertà di diventare chi siamo.
Da leggere: Tara Westover, Educated
Da ascoltare: Fleetwood Mac, Dreams
Carola Bravin
Esserci
Ogni esperienza può portare con sé momenti di grande entusiasmo ma anche momenti di crisi. In ogni caso, è importante esserci, cioè vivere quel momento fino in fondo e avere qualcuno che a sua volta sappia farsi presente per te. Perché alla fine esserci non è né tanto né poco: è tutto… anche per il 2026.
Da ascoltare: Jess Glynne, I’ll be there
Matteo Rinaldo
Freedom
La libertà è un diritto umano fondamentale, è individuale è politica è economica, è di espressione senza restrizioni e limitazioni. Free in inglese vuol dire libero ma anche gratuito, è la parola di cui abbiamo bisogno per una società libera e per tutti.
Mara Scotto
Infotessitura
La capacità di intrecciare contenuti diversi (giornalismo, dati, insight, linguaggi) in una trama unica, ideale per semplificare comunicazioni corporate complesse.
Enrico Albertini
Kami
Nella fede shintoista i Kami sono gli spiriti che abitano le cose: montagne, fiumi, alberi, ma anche oggetti, persone, momenti. Ci aiutano a ricordare che nessun luogo è neutro. Anche le città che studiamo, progettiamo, raccontiamo sono popolate da invisibili presenze: relazioni, memorie, desideri, fragilità. Chiamarli Kami è un modo per ricordarci che non agiamo mai nel vuoto.
Da ascoltare: Yo-Yo Ma, Preludio dalla Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo BWV 1007 (J.S. Bach)
Domenico Lanzilotta
Lessico
Parole da scegliere con cura come antidoto al banale, all’infodemia, al pensiero facile e automatico. Parole da condividere per provare a leggere questi tempi nuovi.
Un canzone da guardare non solo da ascoltare: Daniele Silvestri, A bocca chiusa, all’apertura dell’Annual meeting di Medici con l’Africa, lo scorso novembre, in prima fila Sergio Mattarella
Roberta Voltan
Navigare
La prima sicurezza a bordo di una barca non è la forza del motore né la solidità dello scafo, ma la consapevolezza della propria posizione: sapere dove siamo, per poter comunicare coordinate precise quando serve aiuto. Viviamo invece un tempo in cui spesso ignoriamo sia il punto di partenza sia la direzione del viaggio.
Per me navigare è una parola-speranza. Significa ritrovare una bussola interiore, orientarsi anche in mare aperto, accogliere i venti favorevoli senza forzarli. È imparare a muoversi con rispetto nel mare-mondo che ci è stato affidato, riconoscendone la vastità e la fragilità.
E quando le correnti diventano troppo forti, navigare è anche avere il coraggio di dichiarare la propria difficoltà, di fermarsi, di chiedere soccorso. Perché la vera sicurezza non è l’illusione di farcela da soli, ma la capacità di restare in relazione, di farsi trovare.
Da ascoltare: La rappresentante di lista, Gloria
Marta Salini
Parole
Le parole sono finestre oppure muri, come sostiene Marshall B. Rosemberg già dal titolo nel suo libro di introduzione alla comunicazione non violenta. Mettere al centro le parole per ripensare il modo in cui esprimiamo noi stessi e ascoltiamo gli altri invece di limitarci a reazioni automatiche. Parole per esprimere noi stessi con onestà e chiarezza e ascolto delle parole per prestare agli altri un’attenzione rispettosa ed empatica.
Da ascoltare: Cyndi Lauper, True Colors
Francesca Ponzecchi
Pathos
Nel 2026 l’innovazione non dovrà solo funzionare: dovrà farsi sentire. Dopo anni di efficienza, automazione e ottimizzazione, torna una domanda essenziale: che cosa ci muove davvero?
Pathos non è emozione facile né spettacolo, ma coinvolgimento autentico. In un mondo di tecnologia invisibile e decisioni delegate alle macchine, il valore si sposterà sulla capacità di generare risonanza umana: empatia, responsabilità, tensione etica.
L’innovazione del 2026 non sarà solo intelligente o sostenibile. Sarà capace di toccare, dando direzione all’efficienza, significato alla velocità, umanità alla complessità.
Da ascoltare: Caparezza, Pathosfera
Valeria Costa
Pianura
Seguendo le scorribande di Doriano e Carlobianchi, scombinati e irresistibili protagonisti del film “Le città di pianura” di Francesco Sossai, bella sorpresa del 2025, siamo portati a interrogarci, col sorriso, sul futuro del territorio veneto (ma lo stesso può valere per tante aree “di mezzo”, sospese tra vecchie glorie e nuovi problemi). Spoiler: il film ha una specie di lieto fine. Speriamo bene.
Da ascoltare: Shame, Spartak
Giulio Todescan
Presenza
In un tempo che corre e si frammenta, fermarsi abbastanza da esserci davvero, da prestare attenzione al qui ed ora, senza scorrere oltre, è un gesto di resistenza.
Da ascoltare: Marvin Gaye, Inner City Blues (Make Me Wanna Holler)
Caterina Longo
Pre-verità
È la fase in cui l’IA decide prima di noi cosa conta come vero, selezionando fonti, contesto e priorità e presentandoli come base “neutra” della realtà. Così il conflitto non nasce più solo dall’interpretazione dei fatti, ma dalla costruzione stessa del quadro informativo. Alla fine sceglieremo l’IA che rispecchia la nostra visione del mondo, come già facciamo con i media. Il rischio è delegare la realtà a pochi oracoli digitali, e ritrovarci a litigare su mondi diversi.
Da ascoltare: Michael Jackson, They Don’t Care About Us
Alberto Lolliri
Rinascita
Potevo utilizzare “re-startup” ma non era lo stesso. Volevo una parola che guardasse avanti e avesse in sé echi di Novecento. Una parola che sussurrasse all’anima. Insomma: nati siamo nati da un pezzo ma perché non riprovarci, una volta ancora?
Da ascoltare: Macy Gray, Creep
Massimiliano Cortivo
Risonanza
Nella medicina come nelle relazioni, conta ciò che riesce ad entrare in profondità senza fare rumore. Nella comunicazione non conta solo dire, ma far vibrare. E nel futuro che immaginiamo, vale più dell’eco.
Da ascoltare: Niccolò Fabi, Costruire
Giulia Capuozzo
Umanità
La mia parola per quest’anno è umanità, come forma di resistenza. Quella che si sta perdendo nei conflitti e nella disumanizzazione della violenza, e quella da preservare in un’epoca in cui la tecnologia – e l’intelligenza artificiale – rischiano di diventare fine e non mezzo.
Da ascoltare: Fabrizio De André, Smisurata preghiera
Viola Contursi
Vero
Il vero sta nella coincidenza tra ciò che si dichiara e ciò che si agisce. Se interrogarsi (e agire) sul proprio impatto è ormai imprescindibile, la comunicazione non può bastare a sé stessa: deve farsi veicolo trasparente di un impegno ambientale e sociale tangibile. “Vera” è una responsabilizzazione che non ignora ma che non si riduce alla performance economica, restituendo sostanza a ogni strategia.
Da ascoltare: Hayley Williams, True Believer
Roberto Rafaschieri