Crypto. Truffa o Eldorado? Nascita di un’economia
«È la più grande tecnologia mai inventata nella storia dopo il fuoco». Così l’investitore e content creator Gary Vaynerchuk ha definito gli NFT, i Non Fungible Token. A quasi un anno dall’asta record di Beeple (69 milioni di dollari), che ha acceso un dibattito sempre meno di nicchia sull’arte digitale e sul suo valore, sono comunque ancora gli early adopter ad animare l’ecosistema. Detta altrimenti, non sembrano ancora maturi i tempi perché il pubblico di massa inizi a consumare in questa nuova economia crypto. L’NFT è un certificato digitale associato all’opera e non ne stabilisce il possesso: chi lo controlla, tuttavia, può rivenderlo sul mercato secondario attraverso la blockchain (qui trovate un lungo approfondimento).
Il presidente influencer
Nonostante ciò l’interesse è crescente e anche in Italia cominciamo a parlare di smart contract, di Bitcoin, di blockchain. Una galassia di nozioni non proprio facili da comprendere, tenendo anche conto del folklore e del rischio truffe per chi opera senza conoscere gli strumenti. Da mesi a El Salvador si è aperto il primo laboratorio mondiale per Bitcoin, la criptovaluta che ha valore legale insieme al dollaro: il minuscolo paese centramericano governato da Nayib Bukele, un presidente influencer tra Twitter e TikTok, ha già ricevuto l’invito da parte del Fondo Monetario Internazionale a cessare le transazioni crypto se non vuole mettere a rischio la sua stabilità finanziaria.
Dalla nicchia alla massa, ma serve formazione
Per affrontare questi argomenti occorre coinvolgere gli esperti, gli imprenditori e le aziende, in un percorso di formazione continua che non lasci indietro nessuno. Difficile dire come il destino per NFT e Bitcoin, per Ethereum e Blockchain impatterà sulla quotidianità di tutti noi. Ma a giudicare dal recente aumento di capitale di OpenSea, il più grande marketplace di Non Fungible Token, e dal trend in crescita da anni del valore di Bitcoin, il fenomeno ha ormai esondato dagli argini di un tempo.
«Senz’altro c’è una questione di comprensibilità del tema – ha commentato Ilaria Stirpe, CMO a The Cryptonomist -. Io mi occupo di analizzare il sentiment e i comportamenti del pubblico. Posso dire che il target non avvezzo al settore crypto spesso ha difficoltà a capire dinamiche dell’utilizzo della tecnologia».
Ilaria Stirpe a Innovation Stories
E di questo si parlerà con Stirpe e altri ospiti mercoledì 16 febbraio, dalle 17:30, nel corso della nuova puntata di Innovation Stories, dal titolo «Dizionario della Crypto Economy – Da Bitcoin a Nft, tutto quello che c’è da sapere sulla nuova economia nata dalla tecnologia Blockchain».
«Il concetto NFT si sposa con tante attività legate al settore dei servizi – ha aggiunto l’esperta -. Si parla di bolla, ma succedeva lo stesso con le criptovalute. Credo sia più legato allo scetticismo e alla difficoltà di comprensione del pubblico».
Diem fa flop, Coinbase si quota
Nella rassegna stampa quotidiana sul settore crypto e NFT sono soprattutto le notizie di truffe e crolli di valore che sembrano interessare alle testate mainstream. Tra le ultime in ordine di tempo quella legata a Diem, l’ex progetto Libra di Facebook, che ora il gruppo Meta ha deciso di vendere.
Di tutt’altro avviso sono invece i siti verticali e i profili Twitter dei Bitcoin enthusiast, convinti del fatto che quanto si stia leggendo in queste settimane sulla stampa sull’ennesimo fallimento per Bitcoin sia un tema visto fuori fuoco. D’altra parte è anche la finanza tradizionale a scontrarsi con la new crypto economy, che tuttavia va sempre di più istituzionalizzandosi. Coinbase – uno degli exchange crypto più grandi – che si quota a Wall Street ne è un esempio.
Un dibattito polarizzato
Forse al pari di Bitcoin, gli stessi NFT hanno generato un dibattito polarizzato tra sostenitori e critici. I primi li abbiamo già citati, i secondi parlano di un fenomeno che andrà presto a sgonfiarsi come una bolla. Ma cosa rimarrà di valore oltre alle truffe che mano a mano verranno a galla?
«La blockchain ha permesso di creare un mercato dove artisti e collezionisti sono mediati da smart contract», ci ha spiegato Massimo Franceschet, Professore associato di Informatica all’Università di Udine e digital artist noto con lo pseudonimo hex6c (ha collaborato con Alessandro Baricco per trasformare la sua opera letteraria Novecento in un NFT). «La blockchain nasce con Bitcoin nel 2009, ma era stata già teorizzata nel 1991. Prima dell’NFT, tuttavia, l’opera rientrava nella net art e viveva nell’economia del dono. La parte dominante oggi è senz’altro la speculazione: molti comprano per poi rivendere. Dietro a tutto questo, però, c’è l’idea di creare un nuovo mondo dell’arte».
Alessandro Di Stefano
Innovation content specialist, Blum
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