In questa pagina:
- Benvenuti nell’era della Gen Z (e dei contenuti)
- Imprenditori rockstar
- Nvidia, scivolone in borsa dopo lo speech di Jensen Huang
- I meeting di lavoro? Sul Cybertruck
- Delta, un keynote che fa volare (e ballare)
- Quanta Italia c’è a Las Vegas
- Le 7 startup che ci hanno colpito di più a Eureka Park
- Un viaggio tra le novità tecnologiche del 2025
- No Innovation Without Communication
- Tutte le startup del Padiglione Italia
- Un po’ del nostro lavoro al CES
- Persone al centro: il 2025 sarà l’anno dell’Age Tech
Anche nel 2025 Blum è al CES di Las Vegas, il più grande evento tecnologico al mondo. Siamo qui per fare ciò che più ci piace: consulenti nell’ambito della comunicazione, tessitori di relazioni, abilitatori dell’ecosistema dell’innovazione italiano nell’arena globale.
Lavoriamo da anni a fianco di centri di ricerca, pmi innovative, startup e acceleratori, tutti attori di una filiera che genera ogni giorno storie straordinarie: li aiutiamo a progettare e attuare strategie di comunicazione per trasformare queste storie in valore.
Ma cos’è il CES e perché è tanto rilevante?
È il luogo in cui «bisogna essere» per comprendere i trend tecnologici dell’anno appena cominciato. Una vetrina globale con 4.500 espositori e 1.400 startup provenienti da 166 paesi, 138 mila visitatori e oltre 5.300 media presenti. Tra i top brand presenti non mancano i giganti del tech come Nvidia, Intel, Microsoft, Samsung, Panasonic, Waymo e Amazon. Il CES è anche un’occasione di networking senza pari: il 58% dei partecipanti ricopre posizioni senior nelle proprie organizzazioni.
Il Padiglione Italia ospita la missione, guidata dall’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che riunisce 46 startup provenienti da 14 regioni, ed è il campo-base dell’attività di Blum. Un’area significativa è dedicata all’automotive, dove tra le altre cose è esposta la Maserati MC20 Cielo, equipaggiata con le più avanzate tecnologie per la guida autonoma sviluppate dal Politecnico di Milano.
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Benvenuti nell’era della Gen Z (e dei contenuti)
CES 2025, i trend tecnologici guidati dall’entrata nel mondo del lavoro delle nuove generazioni. Con l’ombra dei dazi
L’immagine simbolo del CES 2025 sono due ragazzi dal sorriso smagliante e con uno sguardo pieno di fiducia verso il futuro. Non è un caso che il più grande evento mondiale dedicato alla tecnologia abbia scelto, anche dal punto di vista iconografico, questa foto. È la Gen Z infatti a guidare (e ancora di più sarà in futuro) l’adozione di tecnologia da parte di famiglie e imprese. Lo ha spiegato, nel tradizionale appuntamento con la stampa che anticipa la fiera, Brian Comiskey, senior director Innovation and Trends della Consumer Technology Association, la lobby americana della tecnologia, organizzatrice dell’evento.
I numeri, esposti dalle slide, parlano da soli: un terzo della popolazione è rappresentato ormai dai nati tra il 1996 e il 2012 che nei paesi più sviluppati rappresentano il 27% della forza lavoro. Questo segmento di popolazione vive e lavora con tecnologie emergenti e ne spinge l’adozione nelle aziende in modo naturale. Sono infatti i veri primi nativi digitali: sono cresciuti con lo smartphone, sono i veri early adopter delle nuove tecnologie (addirittura il 60% dell’intero segmento). Inoltre portano in questo mondo il tema della sostenibilità. Da loro, dalla Generazione Z, dipende anche il futuro del retail market che tanto amano. I giovani consumatori stanno guidando il cambiamento, pretendono un’esperienza di shopping personalizzata e per la maggior parte sono già abituati a farsi guidare dall’AI in questo campo.
Questo porta con sé una considerazione centrale per chi, come Blum, approccia in modo sinergico (No Innovation Without Communication) il tema: la Gen Z è innamorata dei contenuti, ancor meglio se curati ma autentici. Video, audio, gaming sono i tre verticali che creano un collegamento forte tra la Gen Z e le generazioni precedenti. Di conseguenza lo spazio dei contenuti, anche al CES di Las Vegas, cresce di anno in anno. I brand tecnologici sono diventati piattaforme di contenuto, il contenuto guida l’adozione di tecnologia. Il contenuto, attraverso la monetizzazione (da calcolarsi in modo diverso, anche come lead generation nel mondo B2B), diventa fonte di sostenibilità per le aziende.
Potremmo forse chiamare quella che viviamo l’era della convergenza comunicativa. Che non è solo digitale, ma anche fisica. Non è un caso che quest’anno il CES si allarghi anche dal punto di vista delle location invadendo The Sphere, il teatro immersivo, aperto ormai un anno e mezzo fa, che ospita il keynote speech di Delta Air Lines. II contorno dello speech? Un concerto di Lenny Kravitz che ribadisce come la tecnologia dedicata alla mobilità (dalle auto agli aeroplani) diventi sempre più una piattaforma di broadcasting. Per ogni pmi tecnologica italiana (e non sono tutte pmi tecnologiche?) spingere fino in fondo questo ragionamento può essere un bell’esercizio: per reimmaginare il proprio business innanzitutto ma, forse, anche le proprie politiche di Talent Attraction nei confronti della Gen Z.
Un mercato mai così grande
CES apre e segna, anche dal punto di vista del calendario, l’anno globale della tecnologia. È normale quindi che le previsioni del mercato tecnologico negli Stati Uniti assumano un ruolo centrale. Per il 2025 la Consumer Technology Association prevede ricavi record per il settore della tecnologia di consumo negli Stati Uniti, con una crescita del 3,2% rispetto al 2024, raggiungendo i 537 miliardi di dollari. Allo stesso tempo la CTA evidenzia però che i prodotti tecnologici amati e utilizzati dai consumatori, come smartphone e laptop, sono minacciati dalle proposte di dazi del presidente eletto Trump. Il rapporto intitolato “Come i dazi proposti da Trump aumentano i prezzi dei prodotti tecnologici di consumo” lancia l’allarme:
- I dazi sui prodotti tecnologici potrebbero portare a una riduzione del potere d’acquisto dei consumatori statunitensi compresa tra 90 e 143 miliardi di dollari.
- Gli acquisti di laptop e tablet potrebbero diminuire fino al 68%, il consumo di console da gioco potrebbe calare fino al 58% e quello di smartphone potrebbe ridursi fino al 37%.
«Il settore tecnologico è il motore economico dell’America, promuovendo innovazione globale e creazione di posti di lavoro – ha detto Gary Shapiro, Ceo della CTA –. Le nostre previsioni positive riflettono la forza del settore, ma i dazi proposti minacciano il potere deflazionistico della tecnologia nell’economia globale». «Le ritorsioni da parte dei nostri partner commerciali aumentano i costi, interrompono le catene di approvvigionamento e danneggiano la competitività delle industrie statunitensi» ha esplicitato Ed Brzytwa, vicepresidente del commercio della CTA.
Le frontiere dell’innovazione e il decennio che verrà
Con questo decennio, il decennio dell’Intelligenza Artificiale (mentre quello degli anni Trenta, scommette la CTA, sarà il decennio del Quantum), è iniziata l’era della digital coexistence: lavoro ed educazione sono sempre più ibridi. Servizi e ibridazione che si basano sullo sviluppo dei chip, un settore sempre più prepotentemente al centro dell’economia e della geopolitica globale. E non è un caso che il keynote di apertura quest’anno sia stato affidato a Jensen Huang, Ceo di Nvidia, sempre più una delle rockstar emergenti della tecnologia mondiale.
Tre le frontiere dell’innovazione per il 2025 individuate:
- Lo sviluppo di Agenti AI, in grado di operare autonomamente, utilizzati soprattutto per aumentare la produttività dei singoli.
- Lo sviluppo dei Digital twins, che Nvidia nel suo keynote ha spinto fino alla nascita di un’AI fisica.
- Il definitivo approdo degli Human robots, potenziati dalla capacità di interazione dei fundamental models.
Uno sviluppo che porta a evolvere il concetto di qualsiasi supporto tecnologico da mero device a intelligent platform. Un’accelerazione, quella nella quale siamo immersi, che rompe la teorizzazione classica dell’evoluzione dell’adozione della tecnologia. Dalla comparsa di ChatGPT l’adozione della tecnologia AI infatti non ha seguito la classica curva dell’hype cycle teorizzato da Gartner, che prevede una rapida salita e un altrettanto rapido calo che viene recuperato lentamente nel tempo: l’adozione di tool di generative AI è impressionante ed esponenziale. Negli Stati Uniti il 93% dei consumer è familiare con la generative AI; il 61% dei consumatori statunitensi usa comunemente questi strumenti al lavoro. Nel mercato italiano e forse anche nelle nostre aziende possiamo solo guardare da lontano tassi d’adozione simili.
Ovviamente il rovescio della medaglia è un crescente bisogno di energia (e quindi un aumento dei costi). Forse per questo per la prima volta si parla esplicitamente al CES di transizione energetica. Infrastrutture, resilienza delle reti e dei sistemi di accumulo, sperimentazione. Settori, come l’idrogeno e i reattori nucleari modulari, che non sono più appannaggio solo delle grandi aziende, ma dominio anche delle startup. Un modello a rete e decentralizzato che potrebbe portare gli innovatori a diventare produttori smart di energia.
La guida autonoma è tra noi
Uno spazio sempre più importante lo riveste al CES da anni la presenza del settore automotive. In piccola parte come piattaforma per la fruizione di contenuti, come spiegato prima, ma sempre di più per gli avanzamenti della guida autonoma che dimostrano di poter dispiegare il proprio potenziale prima di tutto nei contesti agricoli, industriali e minerari dove John Deer, Caterpillar e altre aziende stanno rivoluzionando le modalità di lavoro, spinte anche da una sempre maggiore difficoltà di quei settori a trovare lavoratori. Un ambito nel quale, nel suo piccolo, a fronte di un settore automotive in enorme difficoltà, l’Italia può dire la sua con le sperimentazioni portate avanti dal Politecnico di Milano con il gruppo di Sergio Savaresi (quest’anno presente con la Maserati a guida autonoma che ha corso la Mille Miglia) e con piattaforme modulari come quella presentata da Tuc.
Sempre più human centric: ma per davvero?
Contraltare alla centralità della Gen Z è l’importanza rivestita trasversalmente dal tema della longevità. Se da una parte abbiamo gli early adopters, nella fascia anziana della popolazione troviamo un enorme bacino di bisogno potenziale che si dispiega in tutte le declinazioni della salute. A volte, da un’edizione all’altra del CES, sembra difficile capire le vere novità in un campo dove gli «strappi» come quello dell’intelligenza generativa non sono all’ordine del giorno. Con un occhio di medio periodo, però, sembra sempre più chiaro come il mercato tecnologico stia tentando di inglobare di anno in anno nuovi valori promuovendo un’innovazione sempre più human centric. Che a guidare siano i valori della Gen Z, il marketing o un combinato disposto delle due cose poi, in effetti, non cambia così tanto.
Imprenditori rockstar
Il keynote speech di Jensen Huang, Ceo di Nvidia, tra spettacolo e l’arrivo della Physical AI
Tre ore di coda, un palazzetto pieno di 12mila persone acclamanti. Non per un concerto ma per il keynote speech di Jensen Huang che ha aperto l’edizione 2025 del CES.
Da quest’anno infatti le conferenze del principale appuntamento globale della tecnologia hanno abbandonato le ballroom da qualche centinaia di posti per invadere i luoghi dello spettacolo: non solo l’Ultra Arena del Mandalay Bay riservata al fondatore di Nvidia, la più grande azienda globale di processori, ma anche The Sphere, il teatro immersivo da 18mila posti che ha ospitato il keynote speech di Delta accompagnato dal concerto di Lenny Kravitz. Una conferenza-evento che ha comportato lunghissime code (anche qui fisiche) per aggiudicarsi un posto in platea. Paradossale ma forse non casuale come i grandi eventi dell’imprenditoria digitale lavorino sulla FOMO (fear of missing out) in modo così brutalmente fisico. Come una volta facevano l’arte e la cultura, per le quali ora, più banalmente, i biglietti si riservano comodamente online.
Un’evoluzione non nuova ma che segna un trend costante: l’imprenditore e l’impresa (con diversi gradi di sfumature) diventano brand e rockstar. Con tanto contenuto (forse anche troppo), qualche caduta di stile (l’effetto televendita) ma anche tanta autenticità.
Che ci si metta in coda tre ore prima dell’inizio della conferenza di un mito come Huang infatti non deve sorprendere più di tanto. Il fondatore della più grande azienda al mondo di processori e uno degli uomini più ricchi al mondo (il suo patrimonio è stimato in 126 miliardi di dollari) ha origini umili (per pagarsi gli studi ha fatto anche il lavapiatti) che ha tradotto in autenticità nel suo rapporto con il pubblico. Supportato da incredibili video prodotti dall’intelligenza artificiale, Huang si presenta sul palco con il suo tradizionale giubbotto di pelle luccicante, gioca con i microprocessori (nemmeno tanto micro) e con i video, lascia trasparire un entusiasmo sincero che scade a volte in un effetto televendita che fa chiaramente capire come anche sul palco non si faccia guidare da superconsulenti. Ci mette del suo, e si vede.
Il contenuto – anche se troppo lungo, una conferenza di oltre un’ora e mezza – è super, ma giocato male per quanto riguarda il ritmo: tra l’annuncio di un prodotto e l’altro vi si legge l’origine fisica e manifatturiera (affascinante la ricostruzione del processo di costruzione e test dei microchip) dell’intelligenza artificiale di oggi. Una lunga sequela di nuovi prodotti rischia di coprire la vera «notizia»: una nuova piattaforma, Nvidia Cosmos, punta a diventare il primo «foundation model del mondo fisico». Grazie alla combinazione di token testuali e token di immagini (che verranno acquisiti da veicoli, device come Apple Vision Pro e robot) si potranno ricavare degli action token che permetteranno ai robot di apprendere dal mondo circostante e prendere decisioni interagendo con quello che li circonda. Quello che gli agenti AI fanno con lo scibile testuale del web. «Il momento ChatGPT per la general robotics sta arrivando» annuncia Huang. Si esce storditi, anche un po’ infastiditi, dalla gestione eccentrica di tanto contenuto. Ma con il tarlo che si sia assistito a qualcosa di grande. Per il futuro dell’AI, ma anche forse per l’ulteriore evoluzione del modo in cui le aziende comunicano con il pubblico.
Nvidia, scivolone in borsa dopo lo speech di Jensen Huang
Il discorso del Ceo non ha convinto i mercati o è una correzione fisiologica? Il nostro commento da Las Vegas
Il giorno dopo l’intervento del Ceo di Nvidia al CES, il colosso dei processori è su tutti i giornali. Non solo per le novità presentate a Las Vegas – che a prescindere dai contenuti non sono state aiutate dalla forma, decisamente ridondante, con cui sono state annunciate – ma anche per il deciso calo del titolo, che ha segnato un -6,22% a Wall Street.
I meeting di lavoro? Sul Cybertruck
Al CES tutto è comunicazione (è, come già indica il nome, uno show), ma proprio da questo punto di vista l’evento in sé può apparire vecchio e di poco appeal, soprattutto per chi vuole davvero farsi notare. Per questo l’imprenditore e startupper veronese, naturalizzato texano, Mario Soave ha pensato di fare networking offrendo gratuitamente un giro su un Cybertruck di Tesla – uno di quelli che non esplodono – a Las Vegas. La sua idea innovativa, sviluppata con CleverFi, è davvero interessante, ma il contesto in cui arriva a raccontartela ancora di più.
Delta, un keynote che fa volare (e ballare)
Un aereo pronto al decollo nel più grande teatro immersivo al mondo. Il keynote speech del Ceo di Delta Air Lines Ed Bastian ha portato le 18mila persone che sono riuscite ad entrare a The Sphere in un futuro a cavallo tra AI e nuovi modelli di business per l’industria aerea. Al centro dell’intervento il lancio di Delta Concierge, un assistente potenziato dall’intelligenza artificiale che segue il viaggiatore in tutta la sua customer journey: gli suggerisce quando dirigersi verso l’aeroporto in base alle condizioni di traffico e magari con quale mezzo è meglio muoversi. Un nuovo tool che mette al centro il viaggiatore così come le altre novità annunciate: la partnership con YouTube e con Uber, utilizzando la quale si potranno accumulare miglia con la compagnia aerea.
Una compagnia aerea sempre più pronta alla sperimentazione e alla mobilità interconnessa: nel giro di due anni Delta promette che gli aeroporti di Los Angeles e New York saranno raggiungibili con aerei a decollo verticale direttamente dal rooftop della propria casa. Infine, in quella che è stata una conferenza evento che lascerà il segno in questo CES 2025 (forse più del keynote dell’altra rockstar Jensen Huang di Nvidia?), il concerto di Lenny Kravitz.
Fabrizio Rovatti
Quanta Italia c’è a Las Vegas
A Eureka Park 46 startup, ma anche centri di ricerca, imprese tecnologiche e grandi corporate. Fino alla frontiera della guida autonoma
Eureka Park è la “casa” dell’innovazione del nostro Paese. Una comunità in crescita, che anno dopo anno si ritrova al di là dell’Atlantico con l’obiettivo di utilizzare questo mega-evento come un trampolino per raggiungere mercati lontani. Qui, passeggiando nel Padiglione Italia in cui ha sede la missione guidata dall’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, si può toccare con mano il meglio della tecnologia Made in Italy, dalle regioni del Nord – che annoverano la maggioranza delle startup – a quelle del Sud – ben rappresentato con imprese provenienti da Campania, Sicilia, Molise, Puglia e Calabria. Tra le compagini più numerose quella della Regione Sardegna, che come nelle precedenti edizioni supporta la missione anche a livello istituzionale, così come la Regione Piemonte. Il totale fa 46 startup e 14 regioni di provenienza.
Imprese innovative, dunque, ma non solo: qui è presente tutta la filiera che trasforma le idee più dirompenti in prodotti pronti per il mercato. Anche quest’anno si conferma partner della missione l’ente nazionale di ricerca Area Science Park, che nelle settimane precedenti all’evento ha tenuto una vera e propria academy dedicata alle startup – un percorso di formazione per insegnar loro come trarre il massimo, in termini di opportunità di business e visibilità, dall’esperienza al CES. Non mancano grandi corporate, incubatori e imprese tecnologiche attive tra Italia e Stati Uniti, realtà che contribuiscono a rafforzare la presenza dell’eccellenza italiana nell’ecosistema globale dell’innovazione.
Cuore pulsante del padiglione è un’arena che ospita panel tematici e dibattiti con i principali attori dell’ecosistema dell’innovazione italiano e partner internazionali. Durante i quattro giorni della manifestazione, le startup hanno l’opportunità di presentarsi ai visitatori dell’Eureka Park attraverso sessioni di pitching pensate per massimizzare il loro impatto e favorire connessioni strategiche.
Grande spazio, come anticipato, al comparto automotive che vede presente anche nella West Hall del Las Vegas Convention Center, l’area dedicata all’industria automobilistica. A organizzare la presenza italiana qui è l’Ufficio ICE di Chicago, in collaborazione con ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e AICA (Associazione Italiana Costruttori Autoattrezzature). La chicca qui è la Maserati MC20 Cielo equipaggiata con le più avanzate tecnologie per la guida autonoma dai ricercatori del Politecnico di Milano nell’ambito del progetto AIDA (Artificial Intelligence Driving Autonomous.
Le 7 startup che ci hanno colpito di più a Eureka Park
Eureka Park è il cuore del CES: la zona espositiva all’interno dell’hotel Venetian ospita da sempre le startup provenienti da tutto il mondo. Una sorta di coppa del mondo dell’innovazione in cui investitori e tecnologi si tuffano per pescare nuovi prodotti e idee. Sono 1400 le startup presenti quest’anno, in parte suddivise in rappresentanze nazionali (gigantesca la missione della Corea del Sud, come sempre significativa è quella della Francia) e in parte in raggruppamenti tematici. Ci siamo fatti guidare dalla curiosità e, escludendo le italiane di cui parliamo a parte, queste sono quelle che ci hanno colpito di più.
Per l’amante della montagna è un colpo al cuore. L’idea, però, anche se inquietante, è interessante. Nascono in Svizzera i primi sci per scialpinismo ad alimentazione elettrica. Tre ore di durata della batteria, che in discesa si stacca e si ripone nello zaino. Faticare si fatica lo stesso, ma le pelli semovibili di sicuro aiutano a risalire il versante nevoso. L’idea e il prodotto, presentato in anteprima al CES, sono di una startup svizzera, E-skimo.
Tra le centinaia di startup coreane spicca Asd med, premiata quest’anno con uno dei CES Innovation Award. Lo scanner che hanno inventato mappa ad altissima definizione, in 4K, la cute della persona e la situazione del cuoio capelluto, sia dal punto di vista dei capelli (e della loro assenza) che da quello della salute della cute. Il risultato deve però essere poi esaminato da uno specialista, la macchina di per sé non può prevedere automaticamente quanto e come perderai i capelli ma abbatte tempi e costi del photoshooting che solitamente serve per procedere con l’analisi.
Viene dalla Polonia il primo drone volante adatto a tutti i terreni, Xerall. Capace di immergersi in acqua, andare sulla neve o su percorsi accidentati, il drone spicca il volo sollevando le proprie ruote cingolate. Interessante per quei tank necessari per applicazioni esplorative su terreni selvaggi (o miniere) dove il volo può servire a superare ostacoli insormontabili.
Nola è una lavatrice industriale nata in Francia dotata di intelligenza artificiale che promette velocità, risparmi in termini di consumi idrici ed elettrici. Una volta inseriti i capi da lavare, la lavatrice capisce automaticamente che ciclo personalizzato impostare.
Il padiglione giapponese è sempre uno di quelli da visitare al CES. Manifattura additiva, soluzioni per una popolazione anziana ma anche tanta robotica. A prima vista Mi-mo può sembrare un semplice comodino semovente, divertente da guardare. In realtà è un piccolo laboratorio di interazione tra AI, vision model, audio, foundation model e motion model: il comodino interagisce con il padrone-proprietario in base agli stimoli. Tra il divertente e l’inquietante. Non sappiamo se di notte lo vorremmo accanto.
Il padiglione olandese ospita Deep Sleep Technologies, un progetto di ricerca universitario che potrebbe presto diventare un prodotto. Un team guidato dall’italiana Lucia Talamini promette di risolvere i problemi del sonno in modo non invasivo condizionando le onde cerebrali attraverso piccoli impulsi. Personalmente interessati.
Tra le tante (davvero) proposte interessanti del padiglione francese ci colpisce uno stand con le cozze sul tavolo. Non abbiamo sbagliato corridoio dell’hotel Venetian per ritrovarci in un ristorante di pesce: siamo al booth di MolluSCAN, una startup che si è inventata di applicare dei sensori non invasivi ai bivalvi per monitorare i loro micro-movimenti e parametri vitali, che a loro volta, a quanto pare, offrono indicazioni estremamente precise sullo stato di inquinamento delle acque in cui vivono.
Un viaggio tra le novità tecnologiche del 2025
Elettrificazione, guida autonoma e connettività sono gli elementi ricorrenti nelle novità tecnologiche del Convention Center, esplorate da Luca Barbieri
Camminare per gli sterminati padiglioni del Convention Center di Las Vegas, il cuore del CES, richiede come minimo una giornata. E spesso non basta. Forse in questo 2025 si fatica a scorgere The next big thing, ma ci sono molti segnali di avanzamento in specifici verticali, trend che negli ultimi tre anni si sono trasformati in prodotti fatti e finiti: nella robotica, nella mobilità, nella smart home.
Un’integrazione sempre più spinta, rifletto passeggiando con Alberto Mattiello – il business futurist con il quale ogni anno ci dividiamo, avendo sensibilità e competenze diverse e in parte complementari, la scansione degli stand – di tre elementi ricorrenti: elettrificazione, guida autonoma, connettività. Tre elementi di fatto non scindibili che sono peraltro ben rappresentati da un «prodotto» italiano: la Maserati MC20 Cielo equipaggiata dal team di ricercatori del Politecnico di Milano con i più avanzati sistemi per la guida autonoma e che ha corso la Mille Miglia. Una gemma al centro di una mobilità sempre più elettrica ed eclettica.
L’auto innanzitutto, partendo dal mezzo di mobilità per antonomasia, continua la sua ibridazione, man mano che avanza la guida autonoma, verso l’essere sempre più piattaforma di contenuti e produttività. Ai televisioni sulle plance di Afeela (Sony + Honda), si affianca quest’anno Hyundai che presenta un parabrezza capace di diventare schermo per la proiezione (separata e distinta) tra guidatore e passeggero.
Così, mentre l’autista riceve informazioni utili alla guida ottimizzando la visione della strada grazie a speciali strumenti di rifrazione della luce, il passeggero si può godere un filmato o un videogioco proiettato sulla sua porzione di vetro senza però disturbare chi guida. E mentre la guida autonoma procede di gran lena sui mezzi agricoli e minerari di John Deer e Caterpillar, oltre che sulle auto di Waymo, fanno discutere e impressionano tre concept car che vogliono ridisegnare l’esperienza all’aperto.
La prima, presentata da Italdesign, si chiama Quintessenza: con una semplice rotazione dei sedili posteriori e l’apertura del bagagliaio si trasforma in una piattaforma perfetta per l’outdoor; ci si può prendere il sole, come si fosse su una sdraio, o si può trasformare in un mezzo da campeggio. Esageratamente esagerata è invece Xpeng Aeroht, una sorta di Cybertruck che ospita al suo interno un elicottero pronto a dispiegarsi uscendo dal bagagliaio: una flying car modulare e portatile per escursioni diverse dal solito.
Ultimo mezzo-monstre a colpire l’immaginario è Ac Future, un camper espandibile disegnato da Pininfarina e in pre-order. Il camper si allunga e si allarga grazie a un sistema modulare, arrivando a sfiorare i 40 metri quadri: è full electric e il prezzo finale di vendita dovrebbe aggirarsi attorno ai 300mila dollari. L’ibridazione dei mezzi non si ferma ai veicoli tradizionali ma è trasversale. Si segnala l’avvistamento di snowboard-scooter e moto-surf.
Jensen Huang, il Ceo di Nvidia, ha predetto l’arrivo a breve del «ChatGPT momentum per la general robotic». Va detto che il prodotto robot sembra essere ormai pronto. Si segnalano i magazzinieri-automi di Agility Robotics, gli umanoidi-troppo umani con una pelle di silicone che, realistici in modo inquietante, imitano i visitatori, prodotti dai canadesi di Realbotix, e i companion robot (ma anche buoni per operazioni di sicurezza) di Unitree.
Il balletto offerto ai visitatori è un po’ cringe. Un umanoide costa sui 16mila dollari, un robot-cane ha il valore di 3990 dollari. Sembra un po’ una televendita e c’è anche la lotteria. Ho applicato: se a marzo vinco avrò un cane robot in giardino che utilizzerò per spaventare i tassi.
L’iconica immagine dei ledwall che apre quasi tutti i reportage sul Ces quest’anno è sostituita da un maxi-schermo a cubetti semovibili che LG utilizza per dare tridimensionalità alla proiezione. L’effetto è divertente, ma il vero messaggio compare nel filmato. L’integrazione e l’AI consentono ormai di unire i puntini tra gli smart device che abbiamo in casa. In questo LG e Samsung sembrano inseguirsi.
Grazie ai fundamental models (siamo sempre lì) diventerà più facile chiedere agli elettrodomestici di fare cose al posto nostro: trovarci una ricetta, spegnere le luci, cercarci un film. Se poi abbiamo i sensori giusti, come nella simulazione di Samsung, non c’è nemmeno bisogno di chiedere: capiranno da soli che abbiamo appena finito di asciugarci i capelli e faranno partire il robot aspirapolvere per pulire per terra.
Il metaverso e le tecnologie correlate sembrano aver trovato la loro dimensione. Non tanto una fuga dalla realtà ma il coinvolgimento di una sorta di gemello digitale nella nostra esperienza di divertimento. Dai concerti da vivere in modo ibrido e immersivo, alle interazioni. Nello stand di Sony il mondo virtuale alle spalle degli artisti diventa lo scenario in cui i loro avatar agiscono e modificano lo storyboard in base alle loro azioni, in cui anche il pubblico diventa, con i suoi movimenti tracciati da sensori, protagonista di ciò che accade.
Con Akira Pro invece Sony viene in soccorso dei film-maker: una piattaforma robotizzata circondata da schermi consente di girare scene a bordo di auto in modo assolutamente realistico abbattendo le spese. Un set cinematografico intercambiabile, con sfondi elaborati elettronicamente ma realistici, che vengono replicati anche con una speciale postazione per le persone. E poi occhiali per immersioni 3D, situazioni immersive sempre più spinte e device meno claustrofobici di prima.
Un altro trend trasversale riguarda la salute, soprattutto per le persone anziane con soluzioni per l’inclusività e il benessere, in grado di monitorare la situazione sanitaria delle persone anche con la computer vision. È questo l’obiettivo di Omnia, lo specchio intelligente presentato da Wethings che può monitorare il peso e lo stato di salute delle persone.
Tra le esperienze più richieste di questo CES, al di là delle centinaia di dispositivi wearable da testare (forse gli anelli sono stati gli oggetti più diffusi), troviamo sicuramente lo sbiancamento dei denti. Lunghe code per sedersi su una poltrona, infilarsi un’innovativa mascherina digitale e sottoporsi a soli 15 minuti di seduta “veloce, facile indolore” per poi rialzarsi con un sorriso “dalle 5 alle 8 volte più bianco”.
Avevano annunciato una tecnologia human-centric e in effetti, a parte qualche scivolone, sembra sempre più questa la strada imboccata dall’elettronica di consumo.
No Innovation Without Communication
Lo vediamo con i nostri occhi e il CES 2025 ce ne dà un’ulteriore conferma: fare innovazione e realizzare tecnologie capaci di lasciare a bocca aperta sono atti profondamente comunicativi. Il futuro non è fatto solo di schermi più grandi, automobili che guidano da sole e robot sempre più intelligenti: tutto questo esiste ed esisterà solo se ci saranno persone che ne sentiranno il bisogno per rendere la propria vita migliore. La tecnologia da sola non basta, senza il desiderio di un futuro migliore. Per questo, soprattutto in un mercato sempre più guidato dalle scelte e dai valori della Gen Z, ogni innovazione per avere successo ha bisogno di essere accompagnata da contenuti e strategie di comunicazione che la rendano davvero “the next big thing”.
Un po’ del nostro lavoro al CES
Oltre ad annusare le tendenze, toccare le migliori innovazioni e guardare con attenzione tutto ciò che di interessante ogni anno il CES sa offrire, il cuore del nostro lavoro a Las Vegas è stato quello di tessere relazioni tra le presenze dell’ecosistema dell’innovazione italiano e internazionale e accompagnare il racconto delle migliori soluzioni del nostro Paese con i media.
Grande anche quest’anno è stato l’interesse per l’Italia, dimostrato da numerosi giornalisti inviati dalle redazioni d’oltreoceano per approfondire ma anche da moltissimi servizi sulla stampa cartacea e online, e da collegamenti con i principali broadcaster molti dei quali avvenuti proprio nel cuore della presenza italiana, quel padiglione tricolore che per quasi una settimana è stata la nostra seconda casa.
Un interesse che abbiamo cercato di seguire puntualmente e che ha portato numeri da record. A show ancora aperto infatti il nostro monitor traccia più di 800 uscite stampa frutto del nostro lavoro che corrispondono a circa 33 milioni di lettori/spettatori potenziali. Cifre che danno sicuramente meglio di ogni altro commento il peso del CES, dell’innovazione italiana e del nostro impegno per facilitarne il racconto al mondo.
Il 2025 sarà l’anno dell’Age Tech
Con Alberto Mattiello e Luca Barbieri un commento finale a questo CES: tra age tech e il salto avanti degli agenti AI e della robotica, tiriamo le fila di questa edizione.