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“L’Europa ha già vinto la sfida delle startup”. Peter Vesterbacka (Angry Birds) a Bolzano Slush’D 2025

Dal 3 al 5 settembre 2025 Bolzano ha ospitato la seconda edizione italiana di Slush’D, di cui Blum è stata nuovamente communication partner.

L’edizione alpina del celebre format nato a Helsinki si conferma un punto d’incontro di notevole importanza tra l’Italia e l’area DACH. L’evento è cresciuto per numeri e qualità: circa 1.000 partecipanti, oltre 100 startup complessive e investitori con più di 8 miliardi di euro in gestione hanno animato la Fiera e i momenti off-stage.

A Bolzano Slush’D 2025 abbiamo incontrato Peter Vesterbacka — co-fondatore di Slush e “ideatore” di Angry Birds — per una conversazione diretta e senza filtri su dove sta andando l’innovazione europea. L’intervista è stata raccolta durante la seconda edizione dell’evento (3–5 settembre, Fiera Bolzano), dove Blum ha affiancato l’organizzazione come communication partner. (Blum è partner confermato dell’edizione 2025.) 

«Penso che, per me, sia chiaro che l’Europa ha praticamente già vinto. Se si guarda alla traiettoria dell’ecosistema delle startup, alla crescita del venture capital, siamo in una traiettoria di crescita molto più rapida rispetto ai nostri amici americani, persino alla Cina»

Il nodo, semmai, è psicologico.

«Il problema più grande è la mancanza di ambizione. E poi c’è tutta questa sfida di mentalità: in giro si dice che abbiamo troppa regolamentazione e non abbastanza capitale. Penso che questa sia una stronzata. È facile dire “burocrazia”, ma provate ad avviare un’azienda negli Stati Uniti o in Cina senza regole. In Finlandia o Estonia ci vogliono 20 minuti e poche centinaia di euro per costituire una società. Non è più difficile qui che altrove: dobbiamo solo mettere a posto mentalità e atteggiamento, e costruire aziende fantastiche»

E poi c’è la parola-chiave che viene dalla cultura finlandese.

«Per gli imprenditori aiuta essere un po’ pazzi — in senso buono — ma soprattutto serve motivazione. In finlandese abbiamo una parola, “sisu”: vuol dire tipo “grinta”. Qualunque cosa accada, continui ad andare avanti e superi le barriere. Apri le porte, e se non c’è una porta, fai in modo che compaia una porta. Ogni buon imprenditore deve avere questa sisu, questa fede in quello che sta facendo, in sé e nella propria azienda — e poi farlo»

Nel video qui sotto l’intervista completa.

Bolzano Slush’D 2025

Il main event del 4 settembre ha fatto da perno a un programma pensato per facilitare la nascita di relazioni utili e veloci: nel corso delle tre giornate sono stati organizzati oltre 1000 incontri one-to-one, a dimostrazione di un format che mette il matching al centro e che punta alla creazione di opportunità concrete di collaborazione.

Accanto agli interventi sul palco, l’area espositiva ha accolto 67 startup con soluzioni che spaziano dall’agritech al medtech, dal foodtech alla sostenibilità nella moda. L’atmosfera è stata quella di un ecosistema in movimento, con un’agenda che ha alternato talk, demo e momenti informali; la chiusura del 5 settembre ha portato letteralmente tutti “fuori sala”, con una camminata in alta quota dedicata a startupper e founder: un modo simbolico per ribadire che l’innovazione nasce anche dal confronto tra pari e dalla condivisione di esperienze.

Nel complesso, l’edizione 2025 ha rafforzato la vocazione di Bolzano Slush’D a fare da ponte e ad accelerare le connessioni tra chi sviluppa tecnologia e chi la sostiene. Una rotta chiara, sostenuta da un network di partner e da una community che cresce e si riconosce in un obiettivo comune: contribuire, da qui, alla costruzione di un nuovo ecosistema europeo dell’innovazione.

Le startup e i premi

Il momento clou è stata la Startup Competition, che ha portato in finale cinque realtà. La vincitrice è Menumal (Seravezza, Toscana), una piattaforma foodtech che permette ai ristoranti di gestire menù digitali intelligenti e ordini anche via WhatsApp grazie al chatbot “Mal”. Il secondo posto ex aequo è andato a Rilemo (Robbiate, Lombardia) — che sviluppa un dispositivo portatile di imaging diagnostico supportato da AI per rilevare in tempo reale accumuli patologici di fluidi — e a Biotitan (Milano, Lombardia), che propone nanotecnologie water-based per trattamenti di lunga durata, riducendo uso di detergenti, consumo d’acqua e impatto chimico. Completano la cinquina Aflabox (Sassuolo, Emilia-Romagna), agtech che usa UV, NIR e AI per rilevare le aflatossine in cereali, semi oleosi e frutta secca, e Zerow (Scandicci, Toscana), che porta la sostenibilità nella filiera fashion valorizzando gli scarti di tessuto e pelle.

I premi hanno sottolineato la dimensione internazionale della manifestazione e l’orientamento alla crescita delle startup: a Menumal sono andati tre biglietti per Slush Helsinki; per le prime tre classificate è prevista una consulenza legale De Poli, mentre tutte le finaliste hanno ottenuto un percorso di consulenza con EWOR, fellowship paneuropea dedicata ai founder ad alto potenziale.

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