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Intelligenza (umana) artificiale

Come mantenere una concreta attenzione al presente mentre si punta lo sguardo al futuro? La risposta di e-Novia, la Fabbrica di Imprese, arriva con “FlashForward”: l’evento organizzato lo scorso 25 settembre – raccontato per immagini nella gallery di foto – per presentare i progetti futuri e per promuovere un confronto con ospiti dal mondo dell’innovazione, della ricerca e del business. Un confronto che è entrato subito nel vivo: «La coscienza ci permette quello che una macchina non può fare: reagire in maniera consapevole e non automatica agli stimoli esterni», ha esordito Federico Faggin, fisico e imprenditore, famoso per essere stato l’inventore del primo microprocessore e ospite d’onore dell’evento.

Il tema della consapevolezza tornerà spesso negli altri interventi e nei suoi, a partire da quello sull’intelligenza artificiale: «Oggi realizziamo per la prima volta macchine in grado di imparare. Le tecnologie di auto-apprendimento e l’intelligenza artificiale hanno raggiunto un livello tale da riuscire a risolvere problemi importanti», ha spiegato Faggin. La sfida diventa quindi la capacità di far coesistere impresa e innovazione senza perdere di vista il fattore umano. «Basta uno specchio per mandare in confusione la Google Car», prosegue Faggin. «Questo accade perché la macchina non ha consapevolezza, è una struttura basata su azione e reazione: è prevedibile». Quali problemi ci troveremo a fronteggiare quando le macchine interagiranno in modo ancora più profondo con la nostra quotidianità?

È uno dei temi su cui si interroga costantemente chi opera nella collaborative mobility, nelle humanized machines e nell’augmented human: le tre aree principali di sviluppo delle startup di e-Novia. In particolare, Faggin sostiene che l’impatto maggiore sarà quello che registreremo nella collaborative mobility e nel campo dell’automotive. Nonostante una vera guida autonoma sia ancora lontana («Ci vorranno altri vent’anni»), Faggin è convinto che questo cambio nell’ecosistema dei mezzi di trasporto rivoluzionerà profondamente le nostre vite.

L’evento “FlashForward” termina con un ultimo panel dedicato all’ “Augmented Human”. L’ospite è Zaverio Ruggeri, professore del Dipartimento di Medicina Molecolare e Sperimentale all’Istituto di Ricerca “The Scripps”, in California. Ruggeri – rispondendo alle domande del pubblico e del moderatore – fornisce un’altra, fondamentale chiave di lettura, da applicare unitamente al focus sulla consapevolezza proposto da Faggin. «Nella medicina», spiega Ruggeri «i farmaci non sono ugualmente efficaci per tutti i pazienti, perché ogni paziente può esser simile a un altro, ma mai identico. È necessario riuscire a trovare un equilibrio tra il potenziamento umano e l’attenzione alle differenze e le esigenze del singolo». Diversità e consapevolezza – anche dei propri limiti – sono quindi due risorse preziose non solo quando si fa Ricerca, ma anche durante le fasi di sviluppo di nuove tecnologie. Dopotutto, come ricorda Faggin: «Noi abbiamo il giudizio e la capacità di comprendere. Prendiamo decisioni in base alla nostra capacità di comprendere. Decidiamo liberamente attraverso la nostra comprensione e abbiamo anche la creatività. Siamo creativi, la macchina l’abbiamo creata noi».

Foto tratta dal canale YouTube Hardware Upgrade

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