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Cervelli (italiani) negli Usa

Nanotubi di Dna capaci di costruirsi e modificarsi da soli al variare di fattori esterni, utilizzo dei satelliti – e delle loro immagini – per prevenire disastri e monitorare lo scioglimento dei ghiacciai, sensori per il dosaggio personalizzato di farmaci anti tumorali in grado di ridurre i rischi della chemioterapia, lo studio del comportamento del mieloma multiplo in assenza della proteina «Robo1», un nuovo linguaggio per connettere fra loro oggetti e intelligenza artificiale. Sono questi i progetti di cinque giovani italiani che contribuiscono a costruire un futuro migliore con la loro ricerca in Nord America. Cinque scienziati vincitori degli ISSNAF Awards 2019, consegnati il 14 novembre all’Ambasciata d’Italia a Washington nell’ambito dell’Annual Event di ISSNAF (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation), la fondazione, attiva da 11 anni, che riunisce 4.000 scienziati italiani che lavorano in Usa e Canada.

I cinque premi tematici sono andati a Francesco Restuccia per il Mario Gerla Award for Young Investigators in Computer Science, Andrea Idili per l’IBM-Bio4Dreams Award for Research in Medicine, Biosciences and Cognitive Science, la pistoiese Giada Bianchi per il Paola Campese Award for Research on Leukemia, Elisa Franco per il Franco Strazzabosco Award for Young Engineers, e Pietro Milillo per l’Annamaria Molteni Award for Mathematics and Physics. A loro si aggiunge il nanoscienziato Mauro Ferrari, presidente e CEO dello Houston Methodist Research Institute in Texas e che dal 2020 sarà presidente del Consiglio europeo della Ricerca (Erc): si è aggiudicato il Life Achievement Award, riconoscimento alla carriera.

Fondata nel 2008 su iniziativa di 36 noti scienziati ed accademici, fra i quali 4 premi Nobel, con 4 mila affiliati e un network che raggiunge gli 8 mila contatti, ISSNAF rappresenta la più vasta rete di ricercatori e studenti italiani in Nord America, dove è organizzata con 18 chapter di cui 8 territoriali. La fondazione è in grado di mettere in contatto oltre 300 centri di eccellenza dalla ricerca all’accademia e ha sostenuto oltre 80 borse di studio negli ultimi 3 anni, in collaborazione con istituzioni italiane, statunitensi e canadesi.

I progetti

Francesco Restuccia ha vinto il Mario Gerla Award for Young Investigators in Computer Science. Il ricercatore, nato a Locri e cresciuto a Lazzaro, in provincia di Reggio Calabria, sin da piccolo aveva la passione per l’informatica, che ha concretizzato in una laurea in Ingegneria informatica all’Università di Pisa. Il suo progetto vincitore consiste in una radio in grado di comprendere e distinguere, tramite l’intelligenza artificiale, le forme d’onda degli oggetti “connessi”, e di rendere così le reti wireless più efficienti, più autonome e più sicure, facendo evolvere il modo in cui smartphone, elettrodomestici e altri dispositivi tecnologici comunicano tra di loro.

Andrea Idili si è aggiudicato l’IBM-Bio4Dreams Award for Research in Medicine, Biosciences and Cognitive Science. Nato a Roma, dopo la laurea in Chimica all’Università di Tor Vergata e vari periodi di studio e specializzazione all’estero, ha lavorato per due anni a questo progetto all’Università della California a Santa Barbara. ISSNAF lo premia per aver ideato sensori elettrochimici fatti con fili d’oro e modificati con Dna, capaci, una volta impiantati attraverso sottilissime cannule, di “segnalare” in tempo reale il dosaggio di farmaco antitumorale nel sangue con una precisione altissima. Una scoperta che, una volta applicata sull’uomo, promette di ridurre drasticamente i rischi di sotto o sovra-dosaggi di farmaci nelle chemioterapie.

Giada Bianchi è stata premiata per il Paola Campese Award for Research on Leukemia. Nata a Pistoia e cresciuta a Prato, dopo la laurea in medicina all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e alcuni periodi di studio negli Stati Uniti, nel 2007 si trasferisce a Boston come post Doc con il suo mentor, il professor Kenneth Anderson. Il suo progetto punta a capire come sconfiggere il mieloma multiplo, un tumore che colpisce le plasmacellule, cellule del sistema immunitario, togliendo un importante pezzo: la proteina «Robo1».

Elisa Franco ha vinto il Franco Strazzabosco Award for Young Engineers. Nata a Gorizia, il suo percorso parte da una laurea in ingegneria elettrica all’Università di Trieste. Nel 2005 la ricercatrice si trasferisce a Los Angeles, dove inizia un PhD al California Institute of Technology con il professor Richard Murray. Ha vinto l’ISSNAF Award con un progetto legato a dei nanotubi, dei microscopici “spaghetti” fatti di DNA che potranno diventare “mattoncini” alla base di bio-sensori e circuiti: sono auto-assemblanti, quindi più semplici da costruire rispetto agli odierni componenti presenti nelle nanotecnologie, che hanno bisogno di spazi totalmente sterili e macchinari complessi per essere creati. Molte le applicazioni possibili, dalle nanotecnologie alla programmazione cellulare.

Pietro Milillo ha ricevuto l’Annamaria Molteni Award for Mathematics and Physics. Nato a Bari, città dove si è laureato in Fisica, il suo progetto punta a utilizzare le costellazioni di satelliti Synthetic Aperture Radar (SAR) per migliorare la comprensione dei fenomeni di base del pianeta, oltre a facilitare un’efficace risposta ai disastri naturali. Ha applicato il suo monitoraggio satellitare al ponte Morandi, crollato a Genova nell’agosto del 2018, notando come un’attenta analisi dei dati satellitari dimostrava deformazioni e spostamenti nella struttura già negli anni precedenti il disastro.

Mauro Ferrari, nato a Udine e laureato a Padova, presidente e Amministratore Delegato dello Houston Methodist Research Institute in Texas, si è aggiudicato il Life Achievement Award, riconoscimento alla carriera. Ferrari, scienziato delle nano tecnologie di fama internazionale, è stato designato nel maggio 2019 come prossimo presidente del Consiglio europeo della Ricerca (Erc), la principale agenzia di finanziamento della ricerca della UE.

Nella foto: Giada Bianchi

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