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Dall’Europa agli USA, l’Italia del Biotech protagonista nel mondo

Dalla comunicazione social alle PR e media relations, con il nostro lavoro negli Stati Uniti delle ultime settimane abbiamo supportato un nutrito gruppo di aziende, agenzie territoriali di attrazione investimenti, università e cluster di ricerca che hanno partecipato al World Health Expo (WHX) di Miami e alla BIO di Boston con Italian Trade Agency.

Un settore, quello delle scienze della vita – dal pharma ai dispositivi medici – in cui l’Italia è un attore di primissimo piano nel panorama internazionale. E soprattutto, nel quale continuiamo a innovare.

La filiera delle scienze della vita genera l’11% del PIL nazionale, e l’industria farmaceutica conta 770 siti produttivi, numero che posiziona il Paese al secondo posto nell’UE (dati Istat). Sul fronte dei servizi industriali, l’Italia è prima in Europa per valore della manifattura CDMO (terzisti che si occupano sia della fase di sviluppo che della produzione), pari a 3,6 miliardi di euro, il 23% del totale UE (dati Farmindustria). Le esportazioni di farmaci e prodotti biotech italiani verso il resto del mondo hanno superato 52 miliardi di euro nel 2024, registrando la crescita più rapida tra le grandi economie europee nell’ultimo quinquennio (+60%, secondo dati Eurostat).

L’innovazione è sostenuta da investimenti in ricerca e sviluppo saliti a 2 miliardi di euro nel 2023 (+25% dal 2019) e da oltre 7mila addetti dedicati. Il capitale umano si alimenta con più di 76mila laureati e 350mila studenti ogni anno nei corsi life-science, mentre la produzione scientifica colloca l’Italia tra i leader mondiali per citazioni in diverse discipline delle scienze della vita (dati elaborati da Invest in Italy).

Anche negli scambi Italia-Stati Uniti il chimico-farmaceutico si conferma un pilastro: nel 2024 ha rappresentato il 18% delle importazioni complessive USA dal nostro Paese, secondo settore solo ai macchinari. In valore assoluto, le importazioni statunitensi di prodotti chimico-farmaceutici italiani hanno toccato 13,7 miliardi di dollari, con un balzo annuo del 31,4%. All’interno del comparto, il segmento biotech si distingue per dinamicità: le importazioni americane di soluzioni biotecnologiche made in Italy sono salite a 4,4 miliardi di dollari, segnando un incremento del +112% rispetto al 2023.

Quanto alla tecnologia, secondo Confindustria Dispositivi Medici il settore dei device medicali in Italia genera un mercato dal valore complessivo di 18,3 miliardi di euro, includendo sia le esportazioni sia le vendite interne, e conta quasi 4500 aziende per un totale di circa 120mila addetti. Si tratta di un panorama industriale fortemente diversificato, innovativo e specializzato, in cui piccole imprese convivono con grandi gruppi multinazionali. Nel settore rientrano 2527 aziende manifatturiere, 1555 distributori e 367 fornitori di servizi, tutti coinvolti nella produzione e distribuzione di dispositivi medici su scala nazionale. Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano quasi il 94% del totale (fonte Confindustria Dispositivi Medici) e si distinguono per un’elevata propensione all’innovazione, personale altamente qualificato e ingenti investimenti in Ricerca e Sviluppo.

Nonostante recenti misure normative abbiano introdotto restrizioni sulle sperimentazioni cliniche, il settore ha investito circa 1 miliardo di euro in R&S. Sul fronte del commercio internazionale, nel 2024 le esportazioni italiane di dispositivi medici verso gli Stati Uniti sono cresciute del 14.6% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di 832 milioni di dollari (dati usatrade.census.gov).

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