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Safilo, la fabbrica si fa digitale. L’occhiale Made in Italy diventa 4.0

Silicio e schermi touch a fianco di montature griffate e lenti perfettamente lisce maneggiate con religiosa cura. Le dita, dopo alcuni tocchi silenziosi su un display, afferrano un piccolo macchinario e procedono a una delle tante delicate fasi di montaggio degli occhiali. Nel corridoio che taglia in due lo spazio dedicato alle postazioni di lavoro, ecco, in alto, un grande schermo che trasmette in tempo reale le statistiche sul numero di pezzi prodotti, sui difetti riscontrati e sull’andamento previsto nelle ore successive. Poco più in là un altro schermo ad altezza uomo serve a consultare e modificare i turni di lavoro.

Siamo a Santa Maria di Sala, in uno dei due stabilimenti Safilo – l’altro è Longarone – coinvolti nel processo di trasformazione digitale impresso dall’azienda veneta dell’occhialeria, da 85 anni uno dei marchi del Made in Italy più conosciuti al mondo, in intesa con la società di consulenza alla digitalizzazione AzzurroDigitale. Camminare in questi spazi significa toccare con mano un pezzo della fabbrica del futuro: artigianalità e sapienza manuale unite alla capacità di calcolo dell’informatica. Per spiegare il concetto di Industria 4.0, in fondo, una passeggiata da queste parti è molto più utile di tanti convegni.

Tempi abbattuti del 10%

Grazie a due applicazioni installate – Digital Cockpit, che fornisce statistiche in tempo reale sull’efficienza dell’impianto, e AWMS, Advanced Workforce Management System, uno strumento digitale unico per la gestione e la pianificazione del personale lungo le linee produttive – in un solo anno si è registrata una notevole velocizzazione dei processi produttivi, con un miglioramento dell’efficienza che si traduce nell’abbattimento del 10% dei tempi di attraversamento dello stabilimento. Corollario: l’utilizzo della carta, sostituita dai software, è stato dimezzato e la prospettiva è di eliminarla del tutto.

Ogni postazione di montaggio è dotata di un display tramite il quale i lavoratori segnalano il numero di pezzi lavorati, gli eventuali difetti riscontrati e le lavorazioni effettuate, e interrogano il sistema per avere ulteriori informazioni sul lotto da produrre, dai disegni tecnici ai suggerimenti sugli errori più comuni commessi su quel modello. I dati sono convogliati e analizzati dalla piattaforma Digital Cockpit, che fornisce statistiche in tempo reale sull’efficienza dell’impianto produttivo (OEE), sulla produttività, sulla performance dei macchinari e sulle cause dei difetti riscontrati. La piattaforma si può consultare anche da smartphone, il monitoraggio è dunque garantito su più turni, giorno e notte.

Algoritmi al posto della carta

Advanced Workforce Management System utilizza invece algoritmi basati su logiche di autoapprendimento. Al posto dei fogli di calcolo e dei tabelloni appesi al muro, la gestione dei turni di lavoro si affida a un software che pianifica le persone giuste al posto giusto, rispettando le competenze e le prescrizioni mediche degli operatori, aggiornate in tempo reale.

Un progetto che unisce industria e ricerca. Il sistema è stato infatti sviluppato sulla base della Digital Operations Strategy (DOS) che AzzurroDigitale insieme al team del professor Andrea Vinelli, docente di ingegneria gestionale all’Università di Padova, ha disegnato. In particolare, la DOS è stata progettata applicando una metodologia innovativa: “Make it Clear, Make it Tangible, Make it Real”, frutto della ricerca del Team del professor Vinelli, e in particolare di Luca Vendraminelli, ricercatore attualmente Visiting Fellow al Laboratory for Innovation Science della Harvard University, che proprio il caso Safilo ha studiato, prendendolo a modello per una trasformazione digitale intesa come scelta strategia di lungo periodo e non come azione isolata.

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