Sfide globali. VeniSIA sceglie 30 startup (su 4mila candidate)
Arrivano a Venezia da tutto il mondo per proporre idee di business e soluzioni tecnologiche in grado di affrontare le grandi sfide globali legate alla sostenibilità ambientale e sociale: trasformano rifiuti plastici in carburante e materie prime, monitorano i cambiamenti climatici, puntano a ridurre l’inquinamento fluviale e marino e adottano nuove soluzioni di economia circolare.
Sono le 30 startup italiane e internazionali selezionate per il secondo programma di Co-Innovation lanciato da VeniSIA – Venice Sustainability Innovation Accelerator, l’ecosistema di innovazione sostenibile di Università Ca’ Foscari Venezia. Sono team di giovani innovatori che hanno superato la selezione tra quasi 4mila candidature – come racconta Il Sole 24 Ore – e provengono, oltre che dall’Italia, da Canada, Stati Uniti, Israele, Kenya, Germania, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca.
«Migliaia di candidature provenienti da tutti i continenti sono il segnale del successo di un’iniziativa che cresce di anno in anno e che riporta Venezia al centro dell’interesse internazionale sui temi del Climate Change e del raggiungimento degli SDG delle Nazioni Unite» commenta il professor Carlo Bagnoli, direttore scientifico di VeniSIA.
VeniSIA Innovation Camp
Alcune delle startup selezionate hanno presentato le loro soluzioni nel corso dell’Innovation Camp che si è tenuto mercoledì 26 ottobre allo Strategy Innovation Hub, nel Campus Economico di San Giobbe a Venezia. Un appuntamento che ha permesso ai team di confrontarsi con le aziende partner di VeniSIA, con le quali inizieranno ora il percorso di Co-Innovation: Eni, attraverso Joule, la sua Scuola d’Impresa, Enel, Atlantia, Cisco e Snam, alle quali si affiancano De’ Longhi Group e Goppion Caffè come Tech Partner.
Un evento che ha riscosso l’attenzione di media nazionali e locali grazie al supporto e alla strategia di comunicazione messa in campo da Blum. Nei prossimi mesi i team delle startup selezionate potranno trasferirsi in città dando vita a una comunità internazionale di residenti e smart-workers che farà di Venezia stessa un acceleratore e darà un contributo al problema dello spopolamento della città lagunare.
«Oltre alla quantità c’è la qualità delle idee e delle tecnologie proposte, progetti che grazie a VeniSIA e alle imprese partner potranno attivare il loro potenziale di mercato» aggiunge Bagnoli. «Venezia diventa polo attrattivo di una nuova forma di residenzialità, dove giovani talenti e innovatori si mettono al lavoro su soluzioni che puntano a risolvere i problemi globali più urgenti».
Rifiuti plastici trasformati in carburante
Tra le startup selezionate c’è l’americana Jupiter, che ha creato una piattaforma che fornisce dati e servizi di analisi per prevedere e gestire meglio i rischi legati all’innalzamento del livello del mare e all’aumento delle temperature.
La startup tedesca Beworm ha sviluppato un processo di riciclaggio che decompone i rifiuti di plastica in preziose materie prime grazie all’azione di alcuni batteri.
Fotovoltaico portatile
Levante, fondata a Milano da una coppia italo-norvegese, ha creato un pannello fotovoltaico portatile a forma di origami, a doppia faccia e ripiegabile, interamente progettato in Italia con fibra di carbonio riciclata.
La startup Pyro-Degrade Energy, fondata nel 2019 a Nairobi in Kenya, produce un carburante simile al diesel ma più ecosostenibile a partire dai rifiuti plastici.
La tedesca Solmove costruisce “smart solar roads”, strade intelligenti in grado di fornire alle auto elettriche energia pulita e informazioni.
Infine Aquaseek, che nasce nel 2019 come spin-off del Politecnico di Torino e dell’Università di Princeton, ha brevettato una tecnologia rivoluzionaria che utilizza l’atmosfera come fonte di acqua pura.
In copertina: VeniSIA Innovation Camp. All’interno: Carlo Bagnoli
Roberto Rafaschieri