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Ager Oliva, gli ulivi abbandonati salvati da una startup

Una passione, una visione e l’amore per la terra. Sono gli ingredienti che hanno visto nascere Ager Oliva, una startup pistoiese creata proprio con la missione di restituire vita al patrimonio agricolo toscano. In che modo? Attraverso l’adozione a distanza di un ulivo abbandonato. Detta così potrebbe sembrare utopistica. Invece la caparbietà di Tommaso Dami, 30 anni e una laurea in Economia, ha fatto in modo che il sogno si avverasse e che il progetto prendesse piede raggiungendo numeri importanti.

Tutto inizia circa 25 anni fa. Tommaso è bambino e respira la cultura dei campi dalla famiglia, in particolar modo dal nonno, che gli trasmette la passione per l’agricoltura. Tommaso cresce, sceglie studi economici ma nel frattempo viene colpito da un allarme lanciato dal Coldiretti: 4 milioni di ulivi, in Toscana, versano in uno stato di abbandono. A quel punto si mette all’opera e inizia a progettare l’idea.

Così, circa un anno fa nasce Ager Oliva. Funziona così: dal sito www.ageroliva.it scegli quale pianta d’ulivo adottare dalla lista disponibile, in cui è indicato il luogo in cui la pianta si trova e un numero progressivo che la identifica. “Adottare” costa poche decine di euro all’anno. Quell’albero da quel momento prenderà il tuo nome, potrai andare a visitarlo quando vorrai e in autunno, in tempi di raccolta e frangitura, riceverai due litri d’olio d’oliva toscano biologico e biodinamico spremuto dai frutti della tua pianta.

Già 700 gli ulivi salvati

Si tratta di una storia d’amore in tutti i sensi, perché Tommaso ha coinvolto nella sua neonata azienda la sua fidanzata, Ana Soto, messicana. Loro, insieme a Cosimo Lunetti, social media manager 22enne, compongono il team che fino ad oggi ha salvato 700 ulivi. Si tratta di piante che soffrono di funghi e altre malattie legate dell’abbandono. Si trovano tutti in collina, dove la cura non può essere meccanizzata e gli agricoltori non hanno le risorse per agire.

La missione di Ager Oliva, caratterizzata da uno spirito slow food, non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica: recuperare il territorio e salvaguardarlo dal dissesto idrogeologico, contribuire a creare posti di lavoro nel settore della coltivazione, tornare a rendere produttivo l’ulivo e aumentare la produzione di extravergine toscano.

La procedura è rigorosa: dopo il taglio di eventuali rami infestati e secchi, viene sfalciata l’erba intorno alla pianta, sistemati gli argini e le fosse limitrofe, tagliati quindi i polloni (rami sterili che tolgono nutrimento all’albero) che crescono alla base del tronco. Poi si passa alla concimatura organica delle piante.

ager oliva

Comunicare per allargare la community

La storia di Tommaso Dami e della sua azienda, grazie anche alla consulenza di Blum, è entrata nel circuito della comunicazione nazionale. Raccontare la storia di Ager Oliva è entusiasmante perché è stato naturale abbracciare la spinta etica e che esiste dietro al progetto, che coniuga sostenibilità economica e ambientale. Se da un lato gli elementi di notiziabilità sono molteplici, dall’altro proprio una corretta comunicazione è essenziale per il modello di business di Ager Oliva, in quanto vettore di lead generation.

«La felicità delle persone che ci hanno sostenuto fin da subito – sottolinea Dami – è stato il nostro carburante per andare avanti in questa bellissima sfida che possiamo vincere soltanto diventando una grande community di aziende e privati».

Denise Faticante
Media relations specialist, Blum

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