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Smart City Expo 22. A Barcellona l’innovazione è inclusiva

Non c’è paragone col 2021. È stata davvero l’edizione più grande di sempre, dedicata alle persone e meno alle tecnologie. A Barcellona lo Smart City Expo World Congress 2022, l’evento di settore più importante al mondo sul tema, ha offerto una visione d’insieme ancora più ricca sullo stato dell’arte della trasformazione digitale e sostenibile dei comuni. Le città intelligenti sono davvero ispirate dalle persone, riprendendo il claim scelto quest’anno dall’appuntamento spagnolo diretto da Ugo Valenti (ospite anche all’ultima edizione degli Stati Generali di City Vision a Padova).

In questo sunto della nostra esperienza tra gli stand e le aree congressuali, abbiamo elaborato alcuni spunti che, in parte, riprendono trend in corso da anni, ma che nel 2022 – tra le molteplici crisi che impattano su economia e società – richiedono un impegno collettivo da parte di aziende, amministratori e tutti i soggetti dell’ecosistema dell’innovazione.

L’app che aiuta il networking (informale)

È stata anzitutto un’edizione tanto offline quanto online, grazie alla chiarezza dell’app tuttofare dello Smart City Expo World Congress. Settimane prima dell’appuntamento di Barcellona, molti partecipanti hanno scaldato i motori, organizzandosi la visita alla Fira Barcelona Gran Via. Programma e speaker a disposizione, suddivisi negli otto verticali in cui è stata organizzata l’edizione 2022 (dalla Mobilità alla Governance, dall’Energia all’Inclusione).

E poi merita la sezione Networking dell’app: bastava attivarla per poter iniziare a chattare con espositori e partecipanti e organizzarsi meeting con largo anticipo. E, a dirla tutta, è stato infatti l’aspetto di convivialità e di leggerezza che si respirava nei vari stand ad averci conquistato. Amministratori, aziende e startup si sono incontrati in un clima di informalità, da pari a pari.

La rivincita dei piccoli

Quasi 20mila persone hanno partecipato allo Smart City Expo World Congress,  un evento composto a sua volta da un palinsesto ricco di conferenze e micro eventi, rendendo ancora più ricco il confronto. Quel che abbiamo apprezzato è stata la presenza non soltanto dei grandi comuni – per l’Italia Milano e Roma – ma di città medie e piccole che da ogni parte del mondo sono venute a Barcellona per proseguire nel proprio percorso di trasformazione intelligente.

Smart City Expo World Congress 2022

Tra i padroni di casa, l’Ajuntamento de Barcelona ha organizzato un evento dedicato all’open innovation, come motore virtuoso per mettere a fattor comune le competenze. Una fiera dalla forte impronta europea, rimanendo sempre aperta al mondo e a quei luoghi del globo dove, in un modo o nell’altro, certe tecnologie arrivano prima.

Aria d’oriente

Il Giappone, presente con le città di Kyoto e Tokyo, ha installato un stand minimal con diversi monitor che andavano a raccontare con semplici filmati un tipo particolare di innovazione, dall’utilizzo dei dati fino alla gestione dei rifiuti; notevole anche il Korea Pavilion, che ha mostrato i robot ideati per la cosiddetta consegna dell’ultimo miglio, così come esempi di illuminazione intelligente nei parcheggi sfruttando l’IOT.

“Digital twin”? Di mattoncini

A Barcellona non si è sentita la mancanza di hardware fisici da sperimentare (anche se il robot cane di Boston Dynamics ha strappato più di qualche decina di story su Instagram). Le immagini trasmesse da ogni monitor presenti negli stand andavano a raccontare innovazioni già in essere che in una fiera sarebbe stato impossibile replicare. Abbiamo d’altra parte apprezzato la ricostruzione di una piccola città fatta con i mattoncini Lego, per dare il senso di quei digital twins sempre più presenti nel dibattito tech.

Smart City Expo World Congress 2022

Inclusione

Lo Smart City Expo World Congress ha accolto il dibattito sull’inclusione, con un’attenzione alle disabilità e al contrasto quotidiano contro le barriere architettoniche ancora presenti in città tutt’altro che intelligenti. La tecnologia è un fattore abilitante per individuare quelle strade dove la mobilità è particolarmente difficoltosa. A Barcellona è l’accademia ad averci di nuovo colpito, con un protagonismo promettente che da anni sta facendo uscire le competenze dai laboratori di ricerca, per mettere a terra modelli di business. È il caso della spagnola Carnet – future of mobility, dipartimento universitario che nasce come hub di sviluppo di nuove tecnologie, come i veicoli intelligenti per la raccolta dei rifiuti.

Startup, sempre più italiane

Immancabili poi le startup, con una sezione innovation in cui sono andati in scena pitch ininterrotti one to one tra founder e potenziali clienti. La rappresentanza italiana, accompagnata da ITA, ha goduto di uno spazio ancora più grande rispetto allo scorso anno, mettendo in mostra realtà che spaziavano dal monitoraggio della qualità dell’aria fino ai sistemi per gestire dati e il trasporto pubblico locale. Se guardiamo al quadro europeo è stata però la Germania tra le protagoniste in termini di massa critica, con stand di interi land – Baviera, Turingia, Brandeburgo, Assia per citarne alcuni – e la presenza di Berlino sotto il cappello di smart city.

Smart City Expo World Congress 2022

Orgoglio ucraino

Tanti partecipanti sono passati per lo stand della città di Kiev, la capitale ucraina ferita come l’intero paese dall’invasione russa a febbraio. La scelta è stata proprio quella di mostrare tramite totem interattivi il prima e il dopo l’inizio dell’operazione militare speciale di Putin: il messaggio è che neppure le bombe e il terrore hanno fermato il percorso di trasformazione in corso a Kiev, con app che si sono trasformate in strumenti preziosi per avvertire la cittadinanza in caso di raid. Non poteva mancare lo schieramento a fianco dell’Ucraina, delle sue città e della sua popolazione.

Metaverso, sarà per un’altra volta

L’ultimo aspetto da rilevare in questa sintesi finale sulla nostra esperienza a Barcellona l’incognita del metaverso. Parola che nell’ultimo anno abbiamo visto appiccicata a qualsiasi tipo di innovazione, a volte rivoluzionando la comunicazione di intere aziende con esempi poco chiari. Allo Smart City Expo World Congress è stata seguita un’altra linea: metaverso, ok, ma quanto basta. C’erano sì i visori, ma la buzzword si confondeva con molte altre che hanno mostrato finora più spessore e credibilità. Prima di tutto le persone, il metaverso può attendere tempi migliori.

Alessandro Di Stefano
Innovation content specialist, Blum

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