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Gli Stati generali delle città intelligenti lanciano il primo City Vision Score

Con oltre 800 iscritti e 150 speaker è stata un successo la quarta edizione degli Stati generali delle città intelligenti, l’evento promosso da Blum e Padova Hall e organizzato con il Comune di Padova che l’11 ottobre ha riunito una community di amministratori pubblici, imprese, innovatori, professionisti e ricercatori al centro congressi Padova Congress.

Grande novità di quest’anno è il City Vision Score, la prima classifica delle città intelligenti che misura il grado di “smartness” di tutti i 7.901 comuni italiani. Realizzata in collaborazione con la società di consulenza Prokalos, utilizza come base di dati 30 indicatori suddivisi su 6 dimensioni: smart governance, economy, environment, living, mobility, people.

Per ciascuna di queste dimensioni sono state individuate 5 metriche, misurabili attraverso open data: dalla quota di cittadini che interagiscono con la pubblica amministrazione usando strumenti digitali al numero di startup presenti sul territorio, dalla qualità dell’aria al prezzo medio delle case, dal ricorso alla mobilità pubblica o lenta al rapporto tra tasso di occupazione delle donne e degli uomini.

Open data per misurare la trasformazione

«Abbiamo progettato il City Vision Score come qualcosa di più di un semplice premio – spiega Domenico Lanzilotta, direttore di City Vision –. Vuol essere uno strumento di accountability, di verifica dell’operato degli amministratori pubblici, per stimolare il dibattito e far crescere in tutta Italia pratiche che rendano le città più intelligenti e inclusive». Proprio per questo, tutti i dati sono stati pubblicati sul sito di City Vision in una dashboard navigabile, in un’ottica di Open Data e di massima trasparenza.

«Per rendere il City Vision Score più inclusivo – commenta Michele Pianetta, founding partner di Prokalos – abbiamo scelto di suddividere la classifica per macroaree geografiche, distinguendo tra Nord, Centro e Sud, e per dimensione, confrontando tra loro i Comuni comparabili per numero di abitanti e per contesto socioeconomico. Lo studio, infatti, dimostra che anche i piccoli centri e le aree interne sono ricchi di esperienze virtuose che meritano di essere conosciute e replicate. Osserviamo un ‘effetto osmosi’, con Comuni di minori dimensioni ben posizionati in classifica, che beneficiano di essere situati a ridosso di poli urbani più grandi. Infine, rispetto al massimo teorico, i punteggi sono relativamente bassi, segno che esistono ancora grandi margini di miglioramento».

In occasione degli Stati generali delle città intelligenti è stato inoltre assegnato il Premio Speciale Buone Pratiche a cinque progetti portati avanti da altrettanti comuni, selezionati tra le numerose le candidature spontanee in risposta alla call indetta da City Vision per valorizzare progetti concreti legati alla sostenibilità e alla digitalizzazione.

Le città e i progetti premiati si possono scoprire sul sito di City Vision e sono stati ripresi da numerosi media nazionali e locali sparsi per tutto il Paese. City Vision Score e Premio Speciale Buone Pratiche si possono infatti intendere come strumenti di trasformazione concreta e di media relations, che consentono ai temi delle città intelligenti di entrare con più forza nel dibattito pubblico, grazie all’attività di comunicazione curata da Blum prima, durante e dopo l’evento.

La formula dell’evento

Gli Stati generali delle città intelligenti hanno fatto della capacità di tessere relazioni il loro punto di forza. L’Agorà, il palco principale, ha ospitato i panel aperti al pubblico su temi come le transizioni in atto (ecologica e digitale) e la gestione dei dati, oltre a due Input speech dedicati a “New York dopo la pandemia” con Andrea Pedicini e a “Città alfa e periferie competitive” con Giulio Buciuni.

Tre tavoli di lavoro su invito – intitolati Atene, Sparta e Olimpia – hanno ristretto il focus su temi verticali specifici con la moderazione di un giornalista. Un format distintivo di City Vision, quello dei tavoli, già sperimentato con successo nel corso del roadshow che nel 2023 ha visto City Vision fare tappa a Roma, Milano, Genova e Napoli prima di approdare a Padova e, nelle prossime settimane, a Pesaro e Cuneo.

A completare il programma degli Stati generali c’era poi l’Innovation district, spazio-galleria di esposizione – con un palinsesto di talk – per aziende innovative, pmi e startup che offrono soluzioni concrete di innovazione alla pubblica amministrazione: dalla data company che sfrutta i sensori per raccogliere dati sulla mobilità alla startup che vuole fare da ponte tra la Pa e gli artisti da strada, dalla piattaforma che mappa l’accessibilità dei luoghi pubblici a quella specializzata nell’attivazione della Comunità energetiche rinnovabili.

 

 

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