Clubhouse. Primi passi sul social per sole voci
Clubhouse è il social network di cui tutti parlano. Ma anche quello in cui tutti parlano: è fatto di stanze tematiche dove si discute in diretta, ci si ascolta e non ci si guarda. Ciascun utente è libero di entrare e, se vuole intervenire, di alzare virtualmente la mano e dire la sua. Conta solo la parola: un altro segnale – con il boom del podcast di cui abbiamo parlato qui – del ritorno della dimensione audio, in controtendenza rispetto alla sbornia di immagini a cui ci hanno abituati Instagram e TikTok. Quando il moderatore della stanza accende il tuo microfono importa il contenuto che esprimi e il modo in cui lo fai, non come sei vestito (anche perché quello nessuno lo può vedere).
Il primo evento non si riascolta mai
Blum ha sperimentato il suo primo evento su Clubhouse martedì 9 febbraio: è il primo di una serie che abbiamo chiamato Innovation made in Italy. Pochi gli ingredienti di base: un tema – “Fashion: digitale ma su misura” – un link da far circolare sui social per permettere al pubblico di partecipare e alcuni ospiti: Andrea Giavara (della startup Aldegheri che realizza maglioni su misura online), Marco Bettiol (docente all’Università di Padova) e Chiara Marconi (di Chitè, startup e primo brand italiano di lingerie personalizzabile), moderati dalla giornalista Giulia Cimpanelli.
Pronti, via: un’ora trascorsa veloce tra analisi del mercato della moda e delle sue evoluzioni, considerazioni sui cambiamenti sempre più rapidi, complice anche la pandemia, nelle abitudini d’acquisto online e confronti sulle prospettive per chi ha idee e voglia di innovare. Discorsi che non potrete riascoltare perché su Clubhouse ogni chiacchierata a distanza accade solo nel tempo sincronico della diretta e nulla rimane registrato.
Micro-nicchie senza filtri
Dal pubblico si sono alzate alcune mani: tutti interventi competenti e centrati sul tema. Su Clubhouse l’audience tende a suddividersi in tante micro-nicchie tematiche e di solito, almeno in questa fase iniziale di diffusione della app, chi assiste a un evento è davvero interessato. Per gli addetti ai lavori si crea l’occasione di dialogare con persone che, altrimenti, non avrebbero mai potuto approcciare.
Le opportunità di networking sembrano quindi interessanti, anche se l’assenza di strumenti di contatto orizzontale come le chat tra utenti non facilita il dialogo one-to-one. Il che è coerente, comunque, con il primato dell’audio: mentre ascolti non puoi distrarti con chat, scroll o like.
La possibilità di una comunicazione senza filtri è d’altra parte favorita dal fatto che fino ad ora si ha a che fare con numeri relativamente ridotti. Molto conta, inoltre, che l’incontro sia ben gestito da chi lo guida, a partire dall’impostazione di un tema chiaro fino alla capacità di fare domande interessanti e di moderare gli interventi. Tipiche competenze giornalistiche che in questo social rappresentano un plus.
Prossimi appuntamenti
Blum promuoverà un calendario di eventi a cadenza più o meno settimanale e ogni volta su un tema diverso – ma sempre seguendo il filo rosso dell’innovazione – per continuare a esplorare insieme questo nuovo territorio di comunicazione. Per conoscere i prossimi appuntamenti di Innovation made in Italy seguite i social di Blum: Facebook, Linkedin e Instagram.
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