Doppia accelerazione: il futuro è arrivato in anticipo!
Pubblichiamo, per gentile concessione dell’editore, l’introduzione al volume Doppia accelerazione. Strategie scelte dal MIT per il nuovo scenario competitivo curato da Alberto Mattiello e Carlo Robiglio (Guerini Next, 224 pagine). Il libro esplora un nuovo paradigma emergente, una doppia accelerazione – dovuta allo sviluppo delle tecnologie e alla pandemia – che riconfigura definitivamente il modo in cui si fa impresa. Il saggio accoglie un ventaglio di riflessioni tratte dalla prestigiosa MIT Sloan Management Review e arricchite da un controcanto di idee elaborate da due curatori, oltre che dall’illustrazione di svariati casi d’innovazione internazionali. L’introduzione è firmata da Alberto Mattiello.
Vi ricordate il film The Wolf Of Wall Street con Leonardo Di Caprio? In una scena diventata epica il protagonista Jordan Belfort e un collega lanciano un nano vestito a strisce gialle e nere come una freccetta verso un bersaglio, il tutto al centro di una folla di broker finanziari in pieno delirio. Un’immagine molto forte che, da quando è iniziata la Pandemia, è diventata a mio avviso una icona della trasformazione che stiamo vivendo.
È infatti una interessante allegoria di quello che ci sta succedendo e ritrae l’impotenza con la quale spesso siamo stati costretti a viverla. In fondo noi e le nostre aziende siamo stati lanciati a 4 mani come quel nano da due grandi trasformazioni, una tecnologica e una culturale, che ci hanno fatto atterrare in un futuro che spesso non abbiamo fatto in tempo a fare nostro. Da un lato infatti siamo nel triennio in cui una serie di tecnologie stanno andando a maturazione cambiando in modo sensibile le regole della competizione e le dinamiche di qualsiasi mercato.
La trasformazione tecnologica
Per esempio la connessione 5G e i device che ne fanno uso in poco tempo diventeranno lo standard di mercato. Per capire la capacità trasformativa che hanno le tecnologie di connessione sui mercati e sulle dinamiche sociali ci basti pensare a come è cambiato il nostro modo di vivere e lavorare durante il precedente passaggio dal 3G al 4G.
Quel cambio tecnologico portava la banda larga nei nostri device mobili trasformando la fruizione dei Social Network da testo e immagini a veri palinsesti televisivi personalizzati. In quel periodo si sono diffuse le applicazioni entertainment di video streaming (Netflix, Amazon Prime Video, Hulu…) e servizi di videocomunicazione (Zoom, Teams, GoToMeeting…) oltre a giochi in modalità multiplayers. È solo con il 4G che abbiamo iniziato ad accedere a veri e propri servizi digitali che ci hanno permesso per esempio di viaggiare con un navigatore sempre in tasca e senza nemmeno aver bisogno di fare il check-in in aeroporto.
Queste sono solo alcune nuove modalità di utilizzo dei nostro smartphone che con il 3G non erano nemmeno immaginabili. La trasformazione e le opportunità che si stanno per generare nei prossimi anni sono forse ancora più grandi e non è una coincidenza che il 5G sta attirando anche un grande dibattito politico globale, che vede gli Stati Uniti cercare complicità per contrastare lo strapotere della tecnologia cinese in questo settore.
Il 5G infatti diventa il canale di accesso a tutto quello che il cloud ci può offrire, trasformando i nostri device in portali per sistemi di storage, computazione e servizi di intelligenza artificiale che non hanno più i limiti del device che stiamo utilizzando. La memoria, la capacità di elaborazione, che fino a oggi sono stati elementi dirimenti tra la scelta di un telefono, con il 5G perderanno di significato: potrò avere tutto il machine learning e la forza computazionale che mi serve prendendola dal cloud e potrò in tempo reale monitorare e gestire processi anche molto complessi direttamente dal mio telefono. Gestire una manifattura robotizzata o operare una macchina in remoto diventerà non solo possibile ma farà parte di un nuovo modo di intendere il lavoro. In sintesi se il 4G ci ha permesso di connetterci tutti, con il 5G ci connetteremo con tutto.
Oltre al 5G si registrerà quindi un crescente sviluppo di grandi capacità computazionali accessibili in cloud in modo sempre più semplice ed economico. Questo porta a un conseguente incremento nell’utilizzo di servizi di Intelligenza Artificiale che fanno da piattaforma per nuove economie basate sulla possibilità di creare conoscenze inedite elaborando enormi quantità di dati (vedi anche Cosa dobbiamo aspettarci dall’Intelligenza Artificiale? – Cromosoma Innovazione, 2019). Se infatti le applicazioni di IA fino a pochi anni fa erano più vicine a degli statement di marketing che a delle vere e proprie applicazioni, oggi è difficile immaginare una impresa che non faccia uso di applicazioni di machine learning, di computer vision o di riconoscimento vocale.
Ultimo ingrediente dell’accelerazione tecnologica in atto è la ricerca che sta portando sul mercato sempre più numerose applicazioni robotiche – robot intelligenti e collaborativi – che escono dal mero utilizzo nelle fabbriche ed entrano nelle nostre abitazioni dando all’intelligenza digitale che tipicamente teniamo nelle nostre tasche, la possibilità di manipolare il mondo in cui viviamo. Nel primo volume della collana The Future Of Management – Cromosoma Innovazione, 2019 – avevamo raccolto diverse visioni interessanti su questo tema e sulle trasformazioni che lo sviluppo tecnologico sta generando come per esempio la trasformazione cognitiva (Gestire Bot che gestiscono il Business di Tim O’Reilly – Oggi digitale, domani cognitivo di Ginni Rometty) e quella robotica (La conquista dello spazio e il nuovo paradigma della Robotic Transformation).
La trasformazione culturale
Oggi però dobbiamo aggiungere un secondo elemento alla trasformazione tecnologica: la Pandemia ha generato una inimmaginabile trasformazione culturale veloce ed estesa verso l’utilizzo del digitale. Tra febbraio e maggio del 2020 siamo stati tutti protagonisti di un lockdown globalizzato che ci ha forzato a portare nel mondo digitale la totalità delle attività di formazione, di business e di relazioni personali. In pochissime settimane, scuole, aziende e professionisti hanno dovuto riorganizzarsi eliminando ogni componente fisica alle diverse attività. Il risultato è che in pochi mesi le aziende hanno scoperto di poter remotare parte del lavoro con un effetto sul lungo termine di poter scegliere di liberare i propri dipendenti dagli obblighi del pendolarismo.
Le scuole, nello specifico gli studenti e i professori hanno imparato a utilizzare le piattaforme digitali e hanno appreso come trasportare le dinamiche delle aule fisiche nel virtuale. Non che questo possa sostituire l’importanza del costruire un gruppo che ha bisogno anche di relazioni fisiche ma hanno aggiunto la possibilità di affiancare anche una modalità diversa di interazione. Il mondo degli acquisti e dello shopping ha subito un impulso importante verso il commercio elettronico. Si pensi che nelle prime settimane di lockdown in Italia tra chi ha fatto acquisti online, la percentuale di persone che si avvicinavano a questa modalità per la prima volta erano più del 70%. Si può dire che il Covid-19 ha portato nel mondo digitale una generazione di persone che prima non avevano nulla a che fare con questo mondo e i dati ci dicono che oggi molti di questi hanno elaborato delle abitudini digitali che non se ne andranno con il virus.
Anche oggi, in questo mondo di semi-libertà ancora schiavo del Covid-19, possiamo vedere gli effetti in tanti nuovi comportamenti. Pensiamo per esempio il rapporto con i QR code prima e dopo la Pandemia. Esistono da 15 anni, fino a gennaio 2020 in pochissimi li sapevano utilizzare, oggi sono diventati lo standard di accesso ai menu in tutto il mondo.
Quello che vogliamo sottolineare è che il Covid-19 non ha generato nuove tecnologie o non ha cambiato le direzioni secondo le quali si stavano muovendo gli sviluppi del digitale: aumentare l’automazione, ridurre le distanze delle catene del valore, spostare parte delle attività commerciali sul digitale erano già delle necessità e delle priorità prima della Pandemia.
Lo stesso sistema educativo, il mondo lavorativo e tutto il business dell’intrattenimento erano già in una fase trasformativa che però avrebbe richiesto anni e non settimane per un reset dei modelli alla base del loro funzionamento. Quello che il Covid-19 ha effettivamente fatto è di dare un palco strutturato e un ritmo inesorabile a queste trasformazioni annientando inerzie e resistenze culturali che altrimenti avrebbero richiesto decenni per essere superate. La nostra responsabilità adesso è fare in modo che i benefici di questo strappo in avanti non vadano persi in un tentativo resiliente di tornare allo stato precedente.
Non possiamo permetterci di sprecare questa grande crisi globale per non cercare di dare benefici a lungo termine alla trasformazione forzata che stiamo ancora gestendo. Per questo nel secondo volume della collana abbiamo voluto raccogliere diversi spunti che possono aiutare a ripensare il nostro stile di management in un periodo soggetto alla Doppia Accelerazione. I paper accademici presi da diversi edizioni della rivista MIT Sloan Management Review, che raccoglie i principali pensieri sul mondo del management e della tecnologia, hanno l’obiettivo di dare una base scientifica alle domande che ogni manager e imprenditore si sta ponendo nella guida delle proprie organizzazioni.
Quattro punti di vista sull’accelerazione
E lo abbiamo fatto considerando le organizzazioni da quattro punti di vista:
Company acceleration. In questa sezione ci si concentra su come il digitale e la digitalizzazione cambiano il modo di interpretare i mercati e di conseguenza come lo stile di leadership si deve adeguare. Si parla dei topic attuali come modelli di business e custo- mer service predittivi oltre a come connettere partner, marchi e persino concorrenti in ecosistemi a prova di futuro.
Product/service acceleration. Questa parte del libro mostra perché le logiche tradizionali della concorrenza non valgono in questa nuova realtà figlia della Doppia Accelerazione. Si coprono temi come i due cicli di rivoluzione digitale ai modi migliori per ridisegnare l’offerta esistente. Mette in guardia anche sugli evidenti pericoli di trovarsi nella posizione di intermediario e fornisce intuizioni pratiche su come portare valore direttamente ai consumatori sfruttando le nuove tecnologie.
Workplace acceleration. Non c’è dubbio che l’IA entrerà sempre di più nel nostro posto di lavoro. Questa sezione è dedicata alle best practice, radicate nella ricerca scientifica, su come trasformare le persone e la collaborazione con le Intelligenze Artificiali per creare vantaggio competitivo e quali sono le competenze in cui dovrebbero investire leader, imprenditori e manager. Parla anche del nuovo tipo di aziende, figlie della Doppia Accelerazione, e del nuovo paradigma dell’azienda diffusa.
Team acceleration. La Pandemia sta generando una grande rivoluzione all’interno delle logiche e delle strategie di collaborazione e leadership nei team. Ciò ha determinato la necessità delle aziende di accedere a talenti con una profonda conoscenza e consapevo- lezza del dominio e delle tecnologie cognitive. Questa sezione aiuta a portare chiarezza nelle nuove dinamiche di lavoro digitale che includono il teaming nella sua versione più estrema, il body renting 2.0 e le nuove misurazioni del successo delle imprese, compreso l’indice di profitto esistenziale.
Il 2021 penso che sarà l’anno di vera transizione verso nuove economie e nuovi equilibri tra quello che siamo abituati a fare nel mondo reale e quello che abbiamo imparato a costruire in quello digitale.
Servirà tutta la contaminazione e sincerità possibile per imparare a orientarsi.
Alberto Mattiello
Direttore del progetto «Future Thinking» di Wunderman Thompson
Foto di copertina di Viateur Hwang da Unsplash