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Innovazione: prendere o lasciare. Come diventare «nani sulle spalle di giganti»

In fondo è una questione di prospettiva, con due polarità: osservare da lontano, senza partecipare, o sfruttare le infinite possibilità che l’innovazione tecnologica offre. Tertium non datur. E se per per le grandi multinazionali innovare e fare ricerca è cosa da tutti i giorni, per l’imprenditore «tradizionale» c’è ancora molta strada da fare. L’obiettivo è quindi creare un’interazione, per riuscire a diventare «nani sulle spalle dei giganti». Anche perché, solo per citare alcuni ambiti, fra intelligenza artificiale, quantum computing, big data, oggi la velocità di innovazione tecnologica non ha pari.

Tutto cambia, e con grande velocità. È necessario quindi far sposare tradizione e innovazione. Un po’ come ha fatto Massimago Wine Tower, l’elegante torre del ‘300, a pochi passi dal Prà della Valle, a Padova, che ora è diventata (anche) centro per eventi. Come, e di questo stiamo parlando, «Wine for Thoughts – Un calice per assaporare il futuro», l’appuntamento, organizzato da Crclex e Blum, che ha messo insieme, lunedì 7 ottobre, imprenditori e professionisti per parlare di innovazione. Il titolo dell’evento è buono spoiler: il vino è stato carburante per stimolare la discussione, in un contesto rilassato che – come visto – mette insieme passato e futuro.

«L’innovazione tecnologica offre occasioni di business molto importanti – ha raccontato uno degli speaker, Fabio Santini, executive director partner channel & small, medium corporate markets di Microsoft -. Ci sono due approcci molto diversi alla digitalizzazione: posso starci lontano o cercare di capire cosa sta accadendo, e adattarmi. Finora ci siamo abituati a vedere l’innovazione come una cosa concreta, palpabile. Oggi invece la maggior parte dell’innovazione è invisibile. L’intelligenza artificiale, quindi il centro dell’innovazione di oggi entra soprattutto nei software che imparano le nostre abitudini e si adattano al nostro metodo di fruizione: come il popolare gioco Candy Crush, che adatta la difficoltà dei livelli al giocatore».

«Uno dei principali limiti delle piccole e medie imprese del nostro territorio – ha sottolineato invece Michele Balbi, presidente di Teorema Engineering -, è la difficoltà di rendere l’innovazione parte del proprio processo produttivo, e comunicarla in modo efficace all’esterno. I giovani in questo sono “naturalmente competenti”, per loro le logiche innovative, come comunicare verbalmente con una macchina – cosa fino a pochi anni fa impensabile – sono all’ordine del giorno. La chiave per progredire come azienda sta nel riuscire a comprendere queste logiche, “decifrarle” e farle proprie, come fanno già le grandi multinazionali».

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